Baristi e ristoratori a Chivasso: flash mob per evitare che le serrande restino giù

Pubblicato:

Baristi e ristoratori a Chivasso: flash mob per evitare che le serrande restino giù. L'iniziativa si è svolta ieri, martedì 28 aprile.

Flash mob a Chivasso di baristi e ristoratori

«Risorgiamo Italia». Questo lo slogan fatto proprio dai ristoratori e baristi chivassesi che alle 21 di ieri, martedì 28 aprile, hanno aderito al flash mob ideato da «Mio - Movimento Imprese Ospitalità» per dar voce a uno dei settori maggiormente colpiti dal blocco legato all’emergenza Covid19.
Serrande alzate e tavoli apparecchiati per clienti che, ad oggi, potranno tornare a sedersi solo a partire dal mese di giugno.

L'iniziativa

«Abbiamo previsto - spiegano gli organizzatori - di alzare le nostre serrande, oggi chiuse nostro malgrado, in segno di protesta.
Invece di abbassarle come avviene di solito nelle proteste dei commercianti, noi le abbiamo alzate invitando il Governo a prendere subito in considerazione misure a sostegno di uno dei comparti più importanti dell’economia, onde evitare che tanti di noi non avranno più la possibilità di alzarle di nuovo, perché falliti».

La lettera a Conte

Contestualmente, moltissimi imprenditori del settore (tra cui numerosi chivassesi) hanno sottoscritto la lettera (portavoce sono Paolo Baccino e Luca Marcellin) che ha come destinatario il premier Giuseppe Conte: «Le scriviamo - si legge - a nome di centinaia di locali di tutta Italia. Sappiamo che sta passando un brutto momento e gestendo una delle situazioni più drammatiche degli ultimi settant’anni. Per questo siamo con Lei.
Si ricorda l’ aperitivo nel suo bar preferito? Quanto Le mancano un drink in compagnia, due parole in un ristorante intimo e romantico, l’uscita con un gruppo di amici? Si ricorda la “pizzata” dopo la partitella di calcetto o la cena di lavoro per concludere un importante contratto? Si ricorda la mangiata di pesce in riva al mare su un tavolino traballante, ma con una vista mozzafiato? Si ricorda l’aperitivo al tavolino del caffè storico quando ha visitato Piazza San Marco? Quanto Le manca tutto ciò? Quanto manca agli Italiani? Quanto bisogno avranno di tutto questo i nostri concittadini e quanto è importante per la fantastica immagine di ospitalità che abbiamo nel mondo?

Il nostro settore, storicamente, è parte integrante della tradizione, della cultura e dell’economia del nostro Paese. Per favore Signor Presidente, non permetta che tutta questa magia creata da un intero settore, quello dell’ospitalità, vada persa. Non permetta che tutti quei luoghi fantastici chiamati “bar” , “caffè” e "pub", scompaiano. Non permetta che bar e ristoranti chiudano i battenti per cause indipendenti dalla loro volontà di contribuire alla crescita del prestigio nazionale che da decenni stanno alimentando. Non permetta che tanti lavoratori siano licenziati perché il datore di lavoro non potrà più permettersi di rialzare la saracinesca. Sappiamo che ora la sfida più grande è sconfiggere questo nemico. Non lo mettiamo in dubbio e siamo i primi a sostenerla. Pensiamo però che parallelamente si dovrebbero programmare le linee guida in vista della riapertura. Concordando i prossimi step con i maggiori esperti del settore: i titolari di bar e ristoranti. Quello che si legge, le informazioni e previsioni disponibili ora, sono allarmanti. Non possiamo riaprire le nostre attività con tutte le restrizioni ad oggi ipotizzate».

Sartori del Bar Duomo

«La salute è al primo posto - aggiunge Beppe Sartori, da anni al bancone del Bar Duomo di piazza della Repubblica, a Chivasso - ma direi che è sbagliato aprire per categorie. In ognuna c'è il negozio che può garantire le distanze e quello che non può, ad esempio il parrucchiere che ha 10 postazioni e riducendole potrebbe lavorare. Così come bar, ristoranti e pub: quelli con spazi grandi possono lavorare subito, quelli con spazi piccoli devono aspettare di più. Fabbriche con 10 metri di spazio tra un macchinario e l'altro avrebbero potuto iniziare già prima, senza il “limite” dato dalla categoria . Poi, se obblighi a tenere chiuso, gli aiuti devono arrivare subito, non fra tre mesi. Proviamo a chiedere ai politici di rinunciare per 6 mesi allo stipendio, vediamo come reagiscono...».
Hanno dato la loro adesione al flash mob: Beppe e Fabio, bar DOMS ; Fulvia e Rudy, Mc Kenzie's pub; Pier Carlo, bar Gino; Massimiliano, The Tube Pub; Filippo e Dori, ristorante Pesci Vivi; Tonino, bar Borsa; Luca e Michela, Intollerantia.

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?

Iscriviti al nostro gruppo Facebook La Nuova Periferia

E segui la nostra pagina Facebook ufficiale PrimaChivasso.it: clicca “Mi piace” o “Segui” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia!

Seguici sui nostri canali