Chivasso

"Bilancio, uno dei peggiori". Così la consigliera Claudio Buo

Bilancio, a tu per tu con la consigliera di LiberaMente Democratici Claudia Buo. Non risparmia critiche pesanti

"Bilancio, uno dei peggiori". Così la consigliera Claudio Buo
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Bilancio, a tu per tu con la consigliera di LiberaMente Democratici Claudia Buo sul documento che determina le scelte amministrative di Chivasso

Bilancio

La consigliere di LiberaMente Claudia Buo non ha dubbi:  «Penso che sia, da un punto di vista politico, il bilancio peggiore che io abbia mai visto. Una totale assenza di visione politica che si mescola a una incapacità di governare le spese: un mix disastroso. Per le tasche di noi cittadini si intende. E vorrei far notare che questa amministrazione è stata salvata proprio dal Covid. Perché il governo centrale, prima con Conte e poi con Draghi, ha riversato sugli enti locali una quantità di soldi mai vista prima, che è servita a lor signori non tanto per migliorare ed efficientare i servizi, quanto per colmare le proprie incapacità tecnico-politiche. E anche per farsi un po’ di campagna elettorale. Infatti, a pandemia finita, vediamo che le spese sono andate completamente fuori controllo. E a tappare i buchi sarà come al solito pantalone, cioè noi».

Le mezze verità

Buo attacca l'assessore casalino che nel presentare il bilancio  incolpa dell’aumento della tassazione  il caro energia e il rincaro delle materie prime. «Non mi risulta -dice-che queste possano influenzare in alcun modo i servizi erogati da un comune. Non credo infatti che il Comune di Chivasso compri carbone, acciaio, terre rare o derrate alimentari, ma potrei sbagliarmi. Circa il caro energia è invece sufficiente scorrere i numeri contenuti nel bilancio. I numeri, almeno loro, non mentono mai. E ci dicono il contrario di quanto ci dice l’assessore: nel 2023 ci sarà addirittura una diminuzione pari ad oltre il 20% della spesa rispetto al 2022. Quindi confermo e sottoscrivo: l'assessore ci ha detto bugie».

 

Fasce deboli Irpef

Su questo punto la consigliere di LiberaMente  fa notare che la tutela delle fasce più deboli dovrebbe prevedere agevolazioni e sgravi: «Invece l’unica scelta in questo senso è stata di non infierire con l’aumento dell’IRPEF solo e soltanto sulla fascia di reddito più bassa. Badate bene, non si tratta di una riduzione, ma di una conservazione dell’aliquota: loro continueranno a pagare quello che hanno sempre pagato, non un euro di meno. Per tutto il resto è un bagno di sangue del tutto irrazionale. Prendiamo la mensa scolastica. Qui la scelta dell'amministrazione è stata quella di aumentare le tariffe a carico dei cittadini, anche a fronte di una diminuzione del costo del servizio. Tradotto, il Comune pagherà meno nel 2023 rispetto al 2022, ma farà pagare di più ai cittadini. Sì, farà cassa anche su questa componente. Con buona pace di tutti i discorsi sull'importanza del momento mensa, la condivisione, l’educazione alimentare ecc… Appalto del verde? 100 mila euro in più. Abbiamo forse acquisito un bosco a nostra insaputa»?

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