Blitz antidroga al Parco: 16 arresti

L'imponente operazione è andata in scena al Parco del Valentino

Blitz antidroga al Parco: 16 arresti
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L'imponente operazione è andata in scena al Parco del Valentino

Per sorprendere gli spacciatori i carabinieri sono arrivati al parco a bordo di un tram. E' uno degli aspetti dell'imponente blitz che è andato in scena al Parco del Valentino, trasformato in una sorta di "campo da golf" dello spaccio, con decine di buche piene di marijuana, hashish, eroina e cocaina.
Sono stati i carabinieri della Compagnia San Carlo di Torino a notificare, ad altrettanti soggetti tutti di origine africana, 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di stupefacenti. I carabinieri in borghese sono arrivati al parco a bordo di un tram mentre altri colleghi erano travestiti da runners impegnati nell'allenamento quotidiano tra i viali del Valentino. Un'operazione imponente che ha visto decine di militari impegnati nell'obiettivo di "Dimostrare che nel parco non è tutto permesso. Questo spazio - ha sottolineato il Comandante Provinciale dell'Arma, il Colonnello Emanuele De Santis -, deve rimanere a disposizione della Città, come luogo da vivere, senza il timore di essere rapinati o infastiditi da gruppi di spacciatori>. 

Le indagini sono iniziate nell'ottobre del 2016 e hanno consentito di l’area di interesse in una zona quadrangolare delimitata da: c.so Massimo d’Azeglio, c.so Vittorio Emanuele II, viale Virgilio e viale Mattioli. Non è stato facile organizzare il blitz antidroga in questa porzione di parco. Ci sono così tante vedette a protezione dei pusher che ogni cosa che capita in strada può diventare sospetta.
I pusher lavoravano dalle 7 alla 19, ogni giorno e senza soluzione di continuità. Non si è potuto dimostrare una vera e propria associazione per delinquere tra gli indagati ma si è assistito a una costante collaborazione tra di loro. Al fine di eludere i controlli, gli spacciatori adottavano diverse tecniche per evitare l’identificazione, tanto che alcuni durante l’arco della giornata cambiavano gli indumenti in maniera tale da tentare di confondere gli operatori di polizia potenzialmente impegnati in attività antispaccio.

La donna con il carrello
Attorno all’area pubblica occupata dagli spacciatori si era sviluppata e consolidata nel tempo una microeconomia illegale, costituita da altre attività a supporto dello spaccio. Ogni giorno alcune donne portavano in carrelli della spesa, panini e bevande che gli spacciatori acquistavano e consumavano sul posto per non perdere eventuali clienti.

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