A RONDISSONE

Bloccata la centrale a biogas, Città Metropolitana e Ferplant fanno ricorso

Contro i quattro comuni che hanno presentato la scorsa volta il ricorso.

Bloccata la centrale a biogas, Città Metropolitana e Ferplant fanno ricorso
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Centrale a biogas, Ferplant e Città metropolitana di Torino hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato contro i quattro comuni che hanno presentato la scorsa volta il ricorso.

Bloccata al centrale a biogas

Era febbraio scorso quando il Tar aveva annulla il decreto del Consigliere delegato della Città Metropolitana di Torino Barbara Azzarà con cui era stato espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale relativamente al progetto di realizzazione di un impianto di produzione di biometano e di compost derivante dalla digestione anaerobica della frazione organica del rifiuto solido urbano, nonché di altri rifiuti e o sottoprodotti a Rondissone.
Un progetto che aveva fatto tanto discutere, che aveva visto sin da subito gli ambientalisti schierarsi contro questo impianto. Una lunga battaglia fatta a colpi di volantini, banchetti e anche di Consigli comunali infuocati. Ma con la sentenza del Tar sembrava che tutto fosse finito infatti residente e comitato ambientalista avevano festeggiato. Ora però si apprende che il capitolo non è stato chiuso, anzi.

Città Metropolitana e Ferplant fanno ricorso

«Ferplant e Città metropolitana di Torino hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato contro i quattro comuni che hanno presentato la scorsa volta il ricorso - spiega il vicesindaco Davide Cambursano - La sentenza che ci dava ragione teneva conto solamente di due punti rispetto ai 15 che il nostro legale aveva sottoposto ad esame, cioè del non rispetto delle distanza da condomini e centri associativi e del fatto che l’atto sia stato stato firmato dall’organo politico e non dal dirigente della Città Metropolitana. Ferplant però sostiene che della questione distanza si sia ampiamente dibattuto nel corso delle tre conferenze dei servizi e che la Città Metropolitana avesse approvato ugualmente il progetto . Per quanto riguarda, invece, la Città Metropolitana presenta ricorso per la questione della firma sul decreto. Si tratta di una contestazione che l’Ente è obbligato a farlo perché se non anche tutti gli altri potrebbero saltare.
Noi comunque ci difenderemo, ci aspettavamo il ricorso al Consiglio di Stato ma io ribadisco che era una situazione che non doveva arrivare già al Tar perché per un Comune come il nostro, che ha già dei problemi di bilancio, è un esborso notevole di denaro. Io sono convinto che quel progetto era da realizzare in un’altra area, zona che io avevo trovato quando ero presidente della Commissione ambiente. Secondo noi è stato illogico spendere tutti questi soldi dei contribuenti ma ormai è diventato troppo tardi. Dovremo fare una variazione di bilancio per inserire queste spese».

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