il caso

Botti, mai così tanti fuochi e cani in fuga. Uno è morto

I divieti di fine anno sono «carta straccia»

Botti, mai così tanti fuochi e cani in fuga. Uno è morto
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Il grosso limite delle ordinanze o dei regolamenti che vietano lo scoppio di botti nella notte di Capodanno è che, di fatto, nessuno le fa rispettare.

Botti, i divieti di fine anno sono «carta straccia»

Le sanzioni restano numeri scritti sulla carta, e le parole dei sindaci sembrano più autoassoluzioni che reali prese di posizione su un tema decisamente complesso.
E c’è chi, come a Chivasso, ha fatto notare come il comunicato diffuso dal primo cittadino Claudio Castello («Si ricorda il divieto di lancio ed esplosione di botti e petardi e di accensione di fuochi pirotecnici, onde evitare rischi per la sicurezza di persone e animali, oltre che danni a monumenti, edifici e cose, come disposto dal regolamento di polizia urbana all’art. 7 comma 1» etc etc etc) sia stato accompagnato da bancarelle (non c’è memoria di così grandi) con in vendita ogni genere di articolo pirotecnico: perché consentirne lo smercio se l’utilizzo è vietato? Misteri...
Tornando a Capodanno, erano anni che a Chivasso non si assisteva a veri e propri spettacoli pirotecnici, degni della festa patronale, come detto in barba ad ogni divieto. Dal centro alla Blatta, da via Togliatti (dove poi è stata «sparata» musica fino a tarda notte) al piazzale di via Ajma (a terra sono ancora visibili i resti dei fuochi, professionali) non c’è quartiere che sia rimasto immune dai botti. Sempre in via Ajma, immortalato da un video, qualcuno ha impugnato una pistola ed ha premuto più volte il grilletto...
E lo stesso vale nei Comuni, in Collina come in Canavese, tanto che passata la mezzanotte si sono moltiplicati, sui social, i post legati a cani scappati perché terrorizzati dalle esplosioni.

Cani in fuga, uno è morto

Alcuni sono stati ritrovati (come quello avvistato lungo la provinciale che collega Crescentino a Brusasco e poi trovato nei pressi del municipio di Verrua, a 15 chilometri da casa), altri invece hanno pagato con la vita: è il caso del cane scappato a Montanaro e poi investito tra Caluso ed Arè.

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