Bufera in Consiglio sulla «Casa del Commiato»
Il consigliere di opposizione Carlo Giacometto attacca duramente la formazione guidata dal primo cittadino Giulio Bosso: «L’amministrazione comunale si prenda la responsabilità, tutta politica e non tecnica, di individuare l’ubicazione precisa» .
Un Consiglio Comunale particolarmente lungo e movimentato ha tenuto banco a Palazzo Ellena nella serata dello scorso martedì 11 ottobre, seguito in presenza e in streaming da un nutrito pubblico.
Bufera in Consiglio sulla «Casa del Commiato»
La discussione ha preso le mosse dalla risposta a tre interrogazioni sulle sorti degli impianti sportivi, sui recenti lavori relativi alla segnaletica e sull’accessibilità dei verbali delle assemblee, presentate rispettivamente da Carlo Giacometto, (nella foto) Daniele Testore e Anna Marolo. Sono stati inoltre affrontati altri punti all’ordine del giorno, tra cui variazioni di bilancio, convenzioni per l’Istituto Comprensivo e per il servizio di Segreteria Comunale, e la conferma di Enrica Fassio e Giuseppina Frola nel Consiglio della Casa di Riposo San Luigi di Brusasco. Ma a catalizzare l’attenzione generale – e a tenere impegnato il Consiglio per quasi un’ora – è stato il punto all’ordine del giorno dedicato alla diatriba sulla collocazione nel territorio di Brusasco (su iniziativa privata) di una cosiddetta «Casa del Commiato», che la legge definisce «struttura ove, a richiesta dei familiari del defunto, è possibile ricevere e tenere in custodia per brevi periodi ed esporre il feretro chiuso per la celebrazione di riti di commemorazione del defunto e di dignitoso commiato». Il punto è stato descritto dallo stesso primo cittadino Giulio Bosso come «significativo» ed è stato portato all’attenzione del Consiglio sotto forma di una «presa d’atto» di un parere tecnico da lui stesso richiesto «per scrupolo e in qualità di sindaco» interpellando la Commissione Igienico -Edilizia comunale, l’organo tecnico e consultivo competente in tali materie. Un parere datato 9 settembre che sostanzialmente conferma – sulla scorta di indicazioni della Regione – la possibilità che tali strutture possano sorgere in tutte le aree a destinazione «terziaria» (servizi) individuate dal Piano Regolatore Generale del Comune. Bosso ha perciò chiesto all’assemblea di prendere atto di questo pronunciamento «generale» e di «individuare quali aree per l’insediamento di strutture per il commiato quelle indicate nel verbale della Commissione», non ritenendo però che spetti al Consiglio la competenza all’individuazione «puntuale» del luogo esatto in cui questa Casa debba o possa sorgere.
L'intervento della minoranza
Dai banchi della minoranza è tuttavia intervenuto Carlo Giacometto, scagliandosi a più riprese contro sindaco e maggioranza con l’accusa di «nascondersi dietro pareri tecnici e zonizzazioni per paura di prendersi responsabilità»: «Non si capisce l’utilità del prendere atto di un parere, per giunta “sospensivo”, della Commissione. L’amministrazione si prenda la responsabilità, tutta politica e non tecnica, di individuare l’ubicazione precisa della Casa del Commiato. E lo faccia attraverso un atto chiaro che gli interessati possano eventualmente impugnare davanti al Tar. Questo modo di procedere costituisce un precedente dopo il quale saremo vigili rispetto a ogni parere futuro. Sarà contento il Presidente della Commissione ed ex vicesindaco Gianni Arietti di essere stato tirato in ballo in questo modo». In sostanza, il ricorso a pareri di altri organi e la scelta del sindaco di non individuare il luogo specifico appellandosi a criteri generali indicati in altre sedi sarebbero, secondo Giacometto, sintomi «dell’incapacità di decidere».
Cinque emendamenti e una mozione a correzione e integrazione della delibera
L’azione della minoranza ha preso anche la forma di cinque emendamenti e una mozione a correzione e integrazione della delibera. Attraverso di essi si chiedevano, tra le altre cose, l’inclusione nel testo di un accenno alla raccolta firme promossa in paese sull’argomento e la previsione di meccanismi di compensazione fiscale per i residenti nel raggio di 500 metri (a causa della paventata diminuzione del valore di proprietà e terreni edificabili che si verificherebbe in prossimità della Casa del Commiato). Dopo un conciliabolo di dodici minuti che ha sospeso temporaneamente i lavori, la maggioranza ha convenuto di accogliere una parte delle istanze presentate e di rigettarne la maggior parte: «Per quanto riguarda le compensazioni, la stessa maggioranza è già al lavoro per trovare soluzioni simili. Pur condividendone gli indirizzi, la proposta non può essere accettata perché tecnicamente non applicabile in questi termini» ha infine dichiarato il sindaco. Per tutta risposta Giacometto ha rincarato la dose: «Queste decisioni sono uno schiaffo ai duecento e più cittadini che hanno espresso nero su bianco la propria preoccupazione. Per rimanere nella metafora funeraria, vi state scavando la fossa da soli». Conclusione: la minoranza abbandona l’aula mentre la maggioranza vota la presa d’atto e l’individuazione delle aree.