La polemica

Buo: "Strisce blu nel viale solo per fare cassa"

In questi primi giorni di sosta a pagamento viale Vittorio Veneto è praticamente deserto. In sosta solo residenti e disabili.

Buo: "Strisce blu nel viale solo per fare cassa"
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«C'è qualcosa di significativo nell’ossessione con cui il sindaco Claudio Castello sembra dedicarsi alla mia figura di opposizione. Lo ringrazio sinceramente per questo involontario tributo all’efficacia della mia azione politica». Claudia Buo, capogruppo di LiberaMente in Consiglio Comunale, a una settimana dall’ultima seduta a Palazzo Santa Chiara vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe su argomenti che hanno acceso (e continueranno a farlo) il dibattito politico cittadino.

Buo: "Strisce blu nel viale solo per fare cassa"

«Passando al merito sul tema delle strisce blu - prosegue Buo - il sindaco ha inanellato un campionario di giustificazioni e capriole, che farebbero impallidire persino il miglior trapezista. All’inizio la misura è stata presentata con l’obiettivo di “favorire la rotazione a servizio delle attività commerciali”. Poi ci ha detto che era una risposta alle richieste dei residenti. Infine, ecco spuntare la terza versione: una misura “green” per scoraggiare l’uso dell’auto, con tanto di citazione del Piano del Traffico e di uno studio di un’Università svedese. Insomma, Castello vuol far diventare Chivasso come Stoccolma a colpi di parchimetro. Francamente una cosa ridicola, che giustamente ha fatto arrabbiare tutti, residenti e commercianti… e anche cittadini che frequentano la città magari nei giorni di mercato.
E mentre sulla stampa sfodera analisi e riferimenti internazionali, in Consiglio Comunale insieme alla maggioranza ancora una volta scappa dal confronto: forse i toni forbiti e i riferimenti accademici funzionano meglio senza contraddittorio.
Sappiamo tutti che questa messinscena non è altro che una penosa foglia di fico. Perché la verità è che le strisce blu servono solo a fare cassa. Punto. Altro che rivoluzioni ecologiche o modelli scandinavi. D'altronde, non è la prima volta che le scelte sulle strisce blu coincidono con operazioni di altro tipo. L’aumento delle tariffe sui parcheggi, lo scorso anno, è arrivato in contemporanea con l’aumento degli emolumenti che sindaco e assessori si sono auto-assegnati dal bilancio 2023. E proprio in quell’occasione sono stati aumentati del 60% anche gli abbonamenti destinati ai pendolari, cioè degli utenti del trasporto pubblico: il che la dice lunga sull’animo “green” di questa maggioranza.
Perché il Piano del Traffico, oggi citato a sproposito per giustificare i parcheggi a pagamento, prevede ben altro: prevede piste ciclabili (e non trasferelli ormai sbiaditi costati più di 120 mila euro in campagna elettorale nel 2022), prevede aree pedonali curate e arredate in modo adeguato, prevede un potenziamento del trasporto pubblico. Tutti progetti neppure iniziati, tutte promesse dimenticate, sulle quali Castello ha chiesto il voto ai chivassesi.
Non rimprovero certo al sindaco una scarsa sensibilità sul tema dei parcheggi gratuiti. Non per nulla se n’è riservato uno, insieme al vicesindaco Pasquale Centin, comodamente collocato nel cortile del Comune. Però non si può continuare a prendere in giro i cittadini con queste giravolte narrative.
E a rendere ancora più folle l’operazione, c’è il fatto che, mentre si fa cassa con i parcheggi, il Comune di Chivasso per l’ennesimo anno chiude il bilancio con un importante avanzo di amministrazione “libero” di oltre due milioni di euro, che poi sono soldi non necessari che gli amministratori hanno chiesto ai cittadini sotto forma di tasse e tributi.
Sia chiaro: fare certe manovre è una scelta legittima. Il problema è farle quando il Comune di Chivasso ha due milioni di euro di avanzo. Il problema è farle ma negarle, mistificarle, trasformarle in propaganda verde.
Se davvero si pensa che il parcheggio a pagamento sia la strada maestra per il futuro, lo si dica con chiarezza, lo si difenda in aula, lo si discuta pubblicamente. Anzi, mi rendo disponibile a un confronto pubblico con il sindaco, su questo e su altri temi scottanti.
Ma finché il confronto non avverrà, l’unico dato certo resterà l’inefficienza dell’amministrazione… e la rapidità con cui le strisce bianche diventano blu. E con cui i cittadini, come sempre, pagano il conto».

I primi giorni

Intanto, questi primi giorni di «strisce blu», attive da lunedì 5 maggio, permettono già di avere un’idea di come andranno le cose. Da viale Cavour a via Bonacini i veicoli in sosta si contano sulle dita di una mano, e tra questi quasi nessuno (la maggioranza è composta da disabili e residenti con abbonamento attivo) ha esposto il pagamento sul parabrezza.
Da via Bonacini a via Po il discorso cambia: aumentano i «paganti» ma crescono anche i residenti abbonati, circostanza che conferma i dubbi di chi, sin dal principio, ha sostenuto che gli 82 stalli diventeranno i parcheggi privati di chi vive lungo l’asse del viale.