Case popolari, il vicesindaco: "Gli inquilini non ci aiutano"
Gli attacchi delle minoranze all'Amministrazione.
A Montanaro le Case popolari sono un problema serie. E dopo gli attacchi delle minoranze il vicesindaco spiega: "Gli inquilini non ci aiutano".
Case popolari nel degrado
Mancate manutenzioni, immobilismo e investimenti assenti. Sulle case popolari le opposizioni passano all’attacco. E lo fanno con un’interrogazione dove mettono in evidenza tutti i problemi relativi all’edilizia di questi alloggi di via don Domenico Salassa destinati a famiglie con disagio abitativo o rilevante bisogno sociale.
Le minoranze
I consiglieri Arcangelo Gallon, Davide Nicola, Massimiliano Cadeddu (Uniti per il Cambiamento), Angela Carbone (Democratici per Montanaro), Piersilvano Ferro (Montanaro Domani) scrivono:
«Le case popolari ricavate nello stabile del vecchio oratorio versano in cattive condizioni manutentive. Il certificato di agibilità approvato dalla giunta è datato il 20 agosto del 1983. Da un recente sopralluogo, si è rilevato tegole rotte, persiane in legno mancanti in molte parti tanto da potersi staccare dai cardini, cantine inservibili in quanto interessate da infiltrazioni di acqua nel lato nord dello stabile, dovute all’interramento di un canale d’acqua non intubato, canali di scolo delle grondaie che veicolano umidità e muffa negli alloggi, sezioni di cemento dei cornicioni in fase di distacco sul balcone e sul portone d’ingresso e la mancanza di illuminazione nel cortile interno. Pertanto, si chiede di esplicitare i finanziamenti degli interventi eseguiti e programmati per i prossimi anni».
Il vicesindaco
A rispondere è il vicesindaco Andrea Carinci:
«L’intenzione c’è di realizzare interventi in questo stabile che necessita di una riqualificazione generale troppo però onerosa rispetto alle risorse comunali, procediamo dunque gradualmente, dando priorità alle criticità. In quest’ottica, abbiamo chiesto finanziamenti alla Regione nella speranza che vengano concessi. Peraltro, tutti gli inquilini non hanno mai collaborato per salvaguardare queste strutture, hanno l’opportunità di coltivare dei piccoli appezzamenti di terreno, alcuni lo fanno altri invece li lasciano completamente incolti. Inoltre, a fronte di un esiguo canone mensile che va da 60 a 100 euro, ci sono affittuari che hanno accumulato morosità anche alte per non avere pagato l’affitto dei loro alloggi. Quindi, non è facile gestire una situazione che mette in difficoltà anche il Comune».
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