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Caso ex Sorin, il sindaco vuole un tavolo per evitare un'altra crisi

Le parole del primo cittadino Vittorio Ferrero.

Caso ex Sorin, il sindaco vuole un tavolo per evitare un'altra crisi
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Caso ex Sorin, il sindaco di Crescentino Vittorio Ferrero vuole un tavolo per evitare un'altra crisi.

Caso ex Sorin

Era il novembre 2019 quando i dipendenti dell’azienda LivaNova, ex Sorin, erano stati chiamati in una tensostruttura per ricevere una comunicazione che mai nessuno avrebbe pensato: lo spostamento del reparto della valvole cardiache biologiche in Canada e il licenziamento di 83 persone. Una notizia che aveva immediatamente scatenato una rivolta con manifestazioni di protesta sia a Saluggia che a Vercelli. Decisione che l’azienda ha poi ritirato. Ma la situazione resta comunque difficile in quello che è il polo biomedicale più importante del Piemonte.

Le preoccupazioni del sindaco

«Le preoccupazioni dei sindacati sono molte e così anche quelle dei lavoratori ai quali è stata - spiega il primo cittadino Vittorio Ferrero - il “Caso Sorin” non deve esser dimenticato. Non si può, infatti, perdere un asset produttivo e biomedicale come quello di Saluggia. All’interno di questo polo ci sono aziende molto floride come DiaSorin ma ce ne sono altre in forte difficoltà che non rinnoveranno i contratti a tempo determinato, altre che, hanno la volontà di espandersi ma non a Saluggia.
Se molte aziende si trovano in difficoltà per via delle contrazioni di mercato, mi viene da pensare che il settore biomedicale non possa trovarsi in questa situazione: non stanno producendo beni di lusso bensì dispositivi per curare le persone. Queste scelte ricadranno sull’indotto dell’intero territorio, non solo saluggese.
Tutto questo deve far riflettere anche il mondo della politica.
Va dato atto che la Provincia di Vercelli sta lavorando per realizzare la rotonda lungo la provinciale davanti alla discesa in direzione del complesso industriale. Ma non basta: proprio per questo motivo chiederò all’assessore regionale al lavoro Elena Chiorino e allo stesso presidente della Provincia Eraldo Botta di convocare un tavolo politico per affrontare questa situazione».

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