Lo sceicco regala il castello di Carla Bruni alla Croce Rossa
Si tratta della bella residenza di Castagneto Po.
Lo sceicco regala il castello di Carla Bruni alla Croce Rossa. Si tratta della bella residenza di Castagneto Po.
Il castello di Carla Bruni alla Croce Rossa
La notizia, annunciata da un Tweet della Croce Rossa Italiana, è di quelle che non passano inosservate: sua Altezza Reale il Principe Alwaleed Bin Talal Bin Abdulaziz Alsaud dell'Arabia Saudita ha donato il Castello di Castagneto Po, considerato come una delle tenute più raffinate e importanti d’Europa, già residenza di svariate famiglie nobiliari, alla Croce Rossa Italiana. Lo stesso castello che fino a pochi anni fa apparteneva alla famiglia di Carla Bruni, top model e premiére dame di Francia grazie al matrimonio con l’ex presidente Nicolas Sarkozy. Lo stesso castello, poi, venduto al principe Alwaleed Bin Talal Bin Abdulaziz Alsaud per una cifra astronomica (dieci anni fa si parlava di 16, 18 milioni di euro) e subito rimesso sul mercato (a un prezzo nettamente inferiore) senza che nessun compratore si sia mai fatto avanti. Una spesa elevata, tra tasse e manutenzione, anche per il 41° uomo più ricco del mondo, che ha quindi deciso di disfarsene con «eleganza».
La firma a Roma
Da qui, la decisione di procedere con una donazione. La stessa, come si legge sul sito della Croce Rossa Italiana, «E’ stata annunciata a Roma da S.A.R. la Principessa Lamia Bint Majed Saud AlSaud, quale Segretaria Generale e membro del Consiglio di Amministrazione della Alwaleed Philanthropies, in visita al Comitato Nazionale della CRI. Ad accoglierla il vice presidente Rosario Valastro e una delegazione dello staff afferente a ogni area d'intervento che ha potuto presentare le principali attività in cui la Croce Rossa è impegnata».
E ancora: «La Alwaleed Philanthropies, impegnata a supportare in tutto il mondo quelle realtà che cercano di alleviare la sofferenza umana, combattendo la povertà, investendo sull’educazione, sui giovani e sullo sviluppo delle comunità, ha quindi deciso di destinare l’intero complesso immobiliare di Castagneto Po alla CRI come riconoscimento per la sua opera ovunque e per chiunque, ogni giorno anche lontano dai riflettori».
Il Castello di Castagneto Po donato alla #CroceRossa Italiana. Oggi a Roma l’atto ufficiale alla presenza della Principessa Lamia Bint Majed Saud AlSaud dell’Arabia Saudita. https://t.co/5Hyh1FVPP9
— Croce Rossa Italiana (@crocerossa) November 21, 2018
40 stanze da Re
«La residenza - scrive ancora la Croce Rossa - situata sui pendii delle colline torinesi e caratterizzata da uno stile neogotico, si estende su un’ampiezza di due mila metri quadrati, ospitando più di 40 stanze con affreschi antichi e decori originali su un terreno di più di 70 ettari. Un fiore all’occhiello per la CRI che ora dovrà occuparsi della valorizzazione della prestigiosa tenuta al fine di trasformarla in un Polo di formazione, studio e incontro con la funzione di promuovere iniziative e attività di aggregazione sociale, di formazione e studio».
La reazione del paese
Se la Croce Rossa locale non era stata nemmeno informata della donazione, il Comune di Castagneto l’ha saputo dagli organi di informazione: «Qualcosa si dovrà muovere - spiega l’assessore Giuseppe Rampulla - anche perché il progetto è in ballo da almeno due anni. Di comunicazioni ufficiali, però non ne sono arrivate. Si tratta di un bene storico, tutelato, non è logico che passi tutto così sotto traccia. Diciamo che ci piacerebbe saperne di più».
Sulla stessa linea anche il sindaco Giorgio Bertotto: «Vorremmo sapere quale sarà la linea dopo la donazione alla Croce Rossa, e soprattutto se la struttura potrà in qualche modo essere utilizzata dalla popolazione. Prima di sbilanciarmi, però, aspetto di avere una comunicazione ufficiale».
Il futuro
Donazione a parte, ora tutti si chiedono quale sarà l’utilizzo della struttura. Le voci sono quelle che lo vedono trasformato in una struttura residenziale per i funzionari della Croce Rossa impegnati in missioni umanitarie all’estero. E la manutenzione? Tutte spese con parecchi zeri che saranno in capo alla Cri.
«La nostra speranza - conclude Rampulla - è che il castello torni ad essere aperto alla popolazione, magari per mostre o altri eventi di livello. Speriamo che ora, con la Cri, si possa avere un interlocutore: arrivare al principe, ora, non era così facile».
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Sarebbe bello se passasse in mano al Fai.