Centro estivo comunale gratuito, è polemica
La minoranza aveva chiesto di fare un accordo con il parroco per il servizio.

Il Comune di Saluggia è l'unico della zona che ha deciso di erogare il servizio di Centro estivo totalmente gratuito alle famiglie. Scoppia la polemica dell'opposizione.
Centro estivo comunale gratuito
Il Comune di Saluggia è l'unico della zona che ha deciso di erogare il servizio di Centro estivo totalmente gratuito alle famiglie. Gratis, infatti, anche il pasto per ogni singolo bambino che vi aderisce.
La polemica
Una scelta che l'opposizione "Un'Altra Saluggia è possibile" non sposa come spiega l'assessore ombra al sociale Nicoletta Pozzi: «E' un aspetto positivo, va dato merito all'Amministrazione di esser riusciti ad organizzare il Centro estivo. Ci sono però delle falle nell'organizzazione, tra cui la gratuità perché è un servizio a domanda individuale e come tale deve essere pagato. Condivido il pensiero di ridurre le tariffe visto che siamo un Comune con le compensazioni dunque se è possibile avere dei costi contenuti per tutte le fasce d'età, dalle famiglie agli anziani ben venga perché questo fa parte della vivibilità del paese. In questo caso giudicherei questi soldi ben spesi, perché oltre ad apportare cambiamenti strutturali al paese, vado a lavorare ai suoi servizi al cittadino. Ma la gratuità non è necessaria, bastava richiedere l'Isee per far pagare meno a coloro che hanno un reddito inferiore oppure abbassare le tariffe rispetto all'anno precedente visto che comunque la Regione ha stanziato del denaro per queste attività. Un altro punto che noi critichiamo sono i criteri: visto il numero ridotto di bambini che possono usufruire dei servizi, occorreva individuare dei criteri oggettivi non soggettivi. I criteri, definiti da loro, tengono conto dell'esigenza della famiglia, se si hanno o meno i nonni. In caso di presenza di quest’ultimi, i bimbi non possono accedere. Ma io, a fronte di un servizio gratuito, devo individuare dei criteri oggettivi per escludere qualcuno. Qui mi sembra, invece, che si adotti un altro criterio: “Chi ultimo arriva mal alloggia”. Un Centro estivo che poteva ospitare meno bambini perché l'architetto incaricato dal Comune ha disposto che i locali a disposizione del Comune potessero ospitare solo 75 utenti. Documento arrivato in Comune il 3 giugno, peccato che l'Amministrazione abbia dato l'incarico al 4 giugno: dunque un vizio di forma. E poi era veramente necessario spendere 1500 euro per questa relazione quando bastava che l'assessore Adelangela Demaria prendesse le linee guida dell'Anci e fare una ricognizione con i tecnici comunali?».
"Avevamo chiuso un solo Centro estivo"
Pozzi poi tocca un altro punto importante: «Avevamo inviato una lettera nella quale chiedevamo di organizzare un unico Centro estivo tra Comune e Parrocchia. La risposta è stata negativa per le finalità che i due centri avevano. Però, visto che il Covid19, ha ridotto il numero di bambini ospitabili in una struttura, se i due enti fossero arrivati ad un compromesso l'offerta sarebbe certamente maggiore perché i locali erano nettamente superiori, visti gli spazi dell'oratorio. Se si voleva collaborare una soluzione era individuabile come ad esempio organizzare il Centro estivo comunale per i bambini di infanzia e primaria mentre quello parrocchiale per i ragazzi delle medie e fino alla maggiore età. Certo, questo sarebbe stato possibile se quello del Comune fosse stato a pagamento se no le famiglie dei più grandi potevano dissentire visto che a loro sarebbe stato chiesta una tariffa a differenza delle fasce dei bimbi più piccoli».