Cercatore di funghi trovato morto nel bosco

Cercatore di funghi trovato morto nel bosco
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Un altro cercatore di funghi trovato morto nei boschi piemontesi. E' l'ennesimo caso.

Cercatore di funghi trovato morto

L'allarme è scattato nel pomeriggio di ieri, lunedì 23 settembre, dai familiari che non vedendo tornare a casa il proprio congiunto hanno fatto denuncia di scomparsa. Lui, un cercatore di funghi di La Loggia, classe 1951, si era addentrato dei boschi di Cumiana, e mancava all'appello ormai da venerdì. Dopo che i carabinieri avevano individuato la sua auto, parcheggiata in borgata Ciom, sono partite le battute di ricerche.

La scoperta della salma

La salma dell'uomo è stata ritrovata grazie all'impiego di un'unità cinofila molecolare del Soccorso Alpino Piemontese che ha condotto che le squadre di ricerca a un centinaio di metri dal corpo dell'uomo. Il corpo della vittima si trovava in un'area di fitto bosco, ma non particolarmente impervia, e a circa venti minuti a piedi di cammino dal luogo del ritrovamento dell'autovettura. La salma è stata rimossa e consegnata alle autorità per le operazioni di Polizia Giudiziaria. Alle ricerche hanno collaborato i Vigili del Fuoco del comando provinciale di Torino e gli operatori Aib.

L'ennesimo caso

Quello del ritrovamento della salma del cercatore di funghi del 1951 avvenuto ieri sera intorno alle 24 è l'ennesimo caso di tragico incidente avvenuto dall'inizio della "stagione" della ricerca dei funghi tra i boschi del territorio. Il quattordicesimo, in particolare. Il 2018 era stato un anno da record negativo con 75 persone soccorse, 10 deceduti e 2 dispersi. Negli ultimi anni, soltanto il 2015 fu peggiore con 91 persone soccorse e 9 deceduti.

 La prevenzione

«Anche tra i nostri tecnici ci sono molti cercatori di funghi – afferma Luca Giaj Arcota presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – per cui non è nostro interesse puntare il dito nei confronti di coloro che possiedono questa passione. Tuttavia ci sono alcune norme basilari da seguire per evitare più possibile gli infortuni e per rendere le operazioni di ricerca e soccorso più rapide. Innanzitutto l’abbigliamento e le calzature devono essere adeguati al territorio in cui ci si inoltra. Ci succede ancora troppo spesso di soccorrere persone con gli stivali di gomma ai piedi, al posto dei più adatti scarponcini da montagna che hanno una maggiore presa sul terreno e prevengono gli infortuni alle caviglie. È anche importante controllare attentamente le previsioni meteorologiche per evitare di incappare in peggioramenti repentini di cui è più difficile rendersi conto nel fitto dei boschi. Infine, per tutte quelle situazioni in cui l’infortunio non si può prevenire sia per fatalità, sia a causa di malori non prevedibili che in questi casi sono frequenti, è fondamentale che chi parte alla ricerca di funghi lasci detto a qualcuno dove prevede di recarsi. Questo perché troppo spesso facciamo affidamento sul telefono cellulare che regolarmente non prende proprio quando ne abbiamo bisogno. Quando nei casi di mancato rientro i nostri esperti in ricerca possono contare su informazioni precise e circoscritte i tempi di ritrovamento di un disperso si riducono drasticamente. E come sappiamo dall’esperienza maturata in tanti anni di attività, anche pochi minuti possono essere di vitale importanza».

 

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