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Chivasso, telecamere ambientali contro l’inquinamento

Il nuovo progetto regionale, a cui la città ha aderito, elimina le deroghe per le auto «inquinanti»

Chivasso, telecamere ambientali contro l’inquinamento
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A pensar male, è noto, si fa peccato, ma potrebbe essere la scarsa diffusione del servizio (a pagamento) «Move In» ad aver spinto la Regione Piemonte a varare un nuovo «progetto» per limitare la circolazione delle auto inquinanti, rendendo, di fatto, la «scatola nera» obbligatoria per chiunque abbia in garage una vettura non di ultimissima generazione.

Chivasso, telecamere ambientali contro l’inquinamento

A questo progetto, che prevede l’installazione di telecamere ambientali nelle principali città piemontesi, ha aderito anche la Città di Chivasso, che (tra le altre) con Torino e Alessandria potrebbe presto veder installate sul proprio territorio una ventina di telecamere (senza contare quelle già attive sul territorio Comunale) collegate ad un unico server.
A questo cervellone confluiranno tutti i dati relativi al traffico, con la contestuale eliminazione delle «deroghe» ad oggi attive anche per quanto riguarda i permessi disabili.

Un progetto mai decollato

Disponibile dal 31 luglio del 2021 e di fatto mai decollato (a Chivasso sono pochissimi i contratti attivi, anche se il numero esatto sembra essere un mistero), il sistema MoveIn prevede «Un tetto massimo di chilometri (da mille a 9 mila, ndr) che possono essere percorsi annualmente sull’intero territorio dei comuni che partecipano all’iniziativa, tranne che nei periodi di attivazione delle misure temporanee in previsione di situazioni di accumulo critico degli inquinanti.
Una scatola nera (black-box) installata a bordo del veicolo calcola i chilometri percorsi su tutti i tipi di strade, tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24.
Raggiunto il tetto massimo di percorrenza assegnato, il mezzo non potrà più circolare nelle aree soggette a limitazioni sino al termine dell’anno di adesione al servizio».

Multe per le auto che inquinano

Un grande fratello che, di fatto, costringerà molti automobilisti a dover mettere mano al portafogli per cambiare la propria auto (magari Euro 5, e quindi non certo decrepita) in un periodo in cui le famiglie non navigano nell’oro.
Considerando però che chi ha la disponibilità economica per acquistare una vettura elettrica, ibrida o anche solo una Euro 6 (immatricolata da gennaio 2016) lo ha già fatto, questo giro di vite rischia di impoverire ulteriormente la città spingendo molte persone ad abbandonare il centro storico per le strutture commerciali periferiche, raggiungibili anche con una Euro 0 o precedente.
E’ vero che alcuni parcheggi gratuiti (piazza d’Armi, piazzale Libertini) sono raggiungibili senza limitazioni, ma è altrettanto vero che gli stessi sono spesso utilizzati (come accade proprio in questo periodo) per manifestazioni o eventi.
A questo punto, passando a un controllo «spinto» del traffico, Palazzo Santa Chiara dovrebbe mettere finalmente mano a un piano parcheggi che, annunci a parte, da anni vive solo sulla carta: che fine ha fatto quello di viale Vigili del Fuoco? E quello di via Orti? Tutte domande a cui nessuno sembra voler dar risposta.

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