Cimiteri: le tombe storiche cadono a pezzi
Di lavoro da fare ce n’è ancora molto.

Se in quello di Castelrosso non si registrano particolari criticità, negli altri tre cimiteri cittadini (via Favorita, Boschetto e Mandria) di lavoro da fare ce n’è ancora molto.
Chivasso, via Favorita
Dallo scorso anno, nonostante il lavoro di pulizia svolto soprattutto in questi ultimi giorni, le tombe storiche e il «Famedio» restano il punto debole del cimitero di Chivasso.
Se la tomba di Enrico Mazzucchelli è in una situazione peggiore di quella in cui versava lo scorso anno, le famiglie Gancia, Nazzaro e Cosola non devono almeno più fare i conti con le sterpaglie. In condizioni fatiscenti, invece, la tomba dell’insigne benefattore Giacomo Lancini, morto nel 1878, che «per 48 anni resse la parrocchia di questa città» donando poi tutti i suoi beni all’asilo infantile.
In stato d’abbandono anche molte altre tombe «storiche», tra alberi caduti (ancora a terra), croci spezzate e marmi in equilibrio ormai precario.
Nel famedio spiccano i pezzi di intonaco mancanti (già segnalati un anno fa), mentre nei pressi della lapide che ricorda i soldati polacchi morti alla Mandria a far da padrone sono decine (se non centinaia) di piccioni.
Frazione Boschetto
Il cimitero di frazione Boschetto raggiunge la sufficienza, anche se per raggiungere l’ingresso sud si deve percorrere un tratto pieno di rifiuti, lungo un muro scrostato e con bottiglie di vino e birra incastrate tra i mattoni.
Frazione Mandria
La piccola area sacra ad est della Tenuta avrebbe bisogno di un intervento di manutenzione nelle parti comuni. Intonaco a pezzi, bagno praticamente impossibile da utilizzare, isolanti che hanno visto tempi migliori.