Chivasso

Clamoroso, il Comune sfratta i morti dal Cimitero

Decine e decine di avvisi sono apparsi sulle sepolture in terra. Per gli uffici è tutto in regola: "Sono passati dieci anni".

Clamoroso, il Comune sfratta i morti dal Cimitero
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Amara sorpresa per i chivassesi che nella giornata di oggi, giovedì 31 ottobre, Vigilia di Ognissanti, hanno varcato la soglia del Cimitero di Chivasso per pregare sulla tomba dei propri cari.

Decine e decine di biglietti, incollati con silicone sulle tombe a terra (alcuni anche sui nomi o sulle fotografie) hanno di fatto annunciato uno "sfratto" che dovrà essere perfezionato nei prossimi giorni.

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Clamoroso, il Comune sfratta i morti dal Cimitero

Ad essere interessate da questo provvedimento sono tutte le inumazioni nel campo alla destra dell'ingresso da via Caluso, con sepolture datate tra il 1983 (un paio) e il 2011. La maggior parte risale a un periodo tra il 2000 e il 2004, e le possibilità che i corpi siano ancora intatti è altissima.

L'avviso, che riporta i contatti della AFIB srl di Trino (la società che ha in gestione, come concessionaria, i cimiteri cittadini), parla chiaro: "Dagli atti d'ufficio la sepoltura risulta scaduta. Pertanto si chiede gentilmente di contattarci per l'avvio delle pratiche di esumazione".

A questo punto, le famiglie dovranno di fatto procedere con un secondo funerale, con tutte le spese del caso.

La posizione del Comune

Se la parte politica sembrava non saperne nulla (o meglio, forse fa più comodo per l'immagine dire così), gli uffici di Palazzo Santa Chiara hanno confermato il provvedimento che sicuramente darà vita a numerose e accese polemiche.

Le inumazioni a terra non sono infatti soggette a concessioni, ma solo ad autorizzazioni con il pagamento di qualche tassa, e la normativa prevede un periodo massimo di dieci anni: tutti i presenti, invece, erano convinti di poter lasciare in terra i propri cari per un periodo di 25 anni. Avranno capito male tutti o c'è stato qualche problema di comunicazione tra gli uffici preposti e le famiglie?

Il fatto che comunque ne siano passati una ventina di anni, anche se nessuno lo dice dimostra comunque che (anche) in questo caso chi avrebbe dovuto procedere con i dovuti controlli non lo ha fatto. E ora, a pagarne le spese anche morali, saranno le famiglie. Come sempre.

Fa specie, poi, come tutti i funzionari interessati parlino di "necessità di liberare il campo" come se si trattasse di un campo sì, ma di patate. Eppure, in quel lembo di terra, ci sono madri, coniugi, figli. E di spazio, al cimitero di Chivasso, ce n'è ancora parecchio a disposizione, anche perché un anno fa o poco più era stato "liberato" il campo alla sinistra dell'accesso da via Caluso.

A meno che (a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca) l'idea non sia quella di utilizzare quel lotto per realizzare loculi o tombe di famiglia, molto più redditizie...

Il consigliere Prestia

Sul posto, chiamato dai cittadini, anche il consigliere comunale Bruno Prestia: "Quello che è successo è disgustoso, soprattutto in questo periodo. E' una situazione spiacevole, questa mattina moltissimi cittadini mi hanno chiamato affranti, anche perché parliamo di tombe che risalgono a pochi anni fa. Era proprio necessario usare questa modalità? Queste cose non devono accadere, chiederò subito lumi all'assessore competente".

Le prossime mosse del Comune

Da alcune indiscrezioni è emerso come nelle prossime settimane analoghi provvedimenti interesseranno anche il cimitero di Castelrosso e delle altre frazioni.

 

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