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Comitato Tri-No incontra il paese: «Il sito non è idoneo, sette i motivi»

A Cigliano è approdato questo argomento in quanto è uno dei paesi coinvolti da questo progetto: dista 14 chilometri da Trino

Comitato Tri-No incontra il paese:  «Il sito non è idoneo, sette i motivi»
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Grande partecipazione all’incontro organizzato mercoledì 7 alla Soms da Cigliano Futura con Giorgio Testore e gestita dal Comitato Tri-No in merito all’autocandidatura di Trino a sede del Deposito Unico Nazionale delle scorie nucleari.

Comitato Tri-No incontra il paese: «Il sito non è idoneo, sette i motivi»

A Cigliano è approdato questo argomento in quanto uno dei paesi coinvolti da questo progetto, con i suoi soli 14 chilometri di distanza da Trino. Una serata per informare e contrastare la scelta del sindaco di Trino Daniele Pane ad ospitare il deposito, per mezzo di una petizione che ha già raggiunto circa 4 mila firme da portare in Governo. «Il deposito ci vuole- ha detto il Presidente Pierangelo Iviglia, assessore all’ambiente di Camino- ma dev’essere fatto in un sito idoneo, non in quello di Trino che è inidoneo e non rientra nella CNAI e CNA. Studi e ricerche scientifiche di Sogin durati anni hanno dichiarato Trino non idoneo. Il sindaco di Trino è l’unico ad essersi autocandidato mentre i 51 sindaci delle aree idonee hanno detto no». Attraverso delle proiezioni in sala, il Comitato Tri-No ha passato in rassegna le azioni politiche contro il deposito e gli otto criteri di esclusione del sito di Trino. Tra le azioni politiche c’è stata la delibera del Comune di Camino contro il deposito e quella di Vercelli. L’autocandidatura di Trino è passata con una delibera di giunta e non di consiglio. «Le risaie sono già un motivo per non fare il deposito a Trino - ha detto Iviglia -. E’ situato in un contesto naturale che lo rende inidoneo. E’ un’area a rischio di inondazione, la falda acquifera è affiorante; una zona a rischio sismico e gran parte del territorio è area protetta. Criteri di esclusione messi in evidenza dal geologo Paolo Sassone ma che vengono smantellati da chi invece vuole portare il deposito a Trino. «Cos’è che possiamo modificare per rendere legittima l’autocandidatura?» questo è quel che pensa Pane a Trino ed il Governo gli sta venendo incontro. Una scelta che ricadrà per 300 anni sulle future generazioni, con trasporti di scorie non sicuri». E’ una corsa contro il tempo: il 14 marzo si saprà se Sogin validerà l’idoneità di Trino ad ospitare il deposito. «Persino i poteri temporali hanno disapprovato l’autocandidatura di Trino - ha concluso Iviglia - L’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo l’ha dichiarato “Non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo. Nella  coscienza, e di fronte ai figli che pagheranno per i danni delle loro azioni, si pone la domanda di senso: qual è il senso della mia vita, qual è il senso del passaggio su questa terra, qual’è in definitiva il senso del mio lavoro e del mio impegno?”. Questo è un passaggio tratto dal libro «Laudate Deum» di Papa Francesco». Sono intervenuti alla serata per dire no Silvano Raise del Comitato Atomi impazziti di Mazzè e la consigliera di minoranza Bruna Filippi.

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