Corna e Muscedra scaricano il sindaco Rozzino

I due esponenti non approvano le scelte fatte.

Corna e Muscedra scaricano il sindaco Rozzino
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Corna e Muscedra scaricano il sindaco Rozzino. I due esponenti non approvano le scelte fatte, tra cui il progetto votato dalla maggioranza della Tav.

Scaricano il sindaco Rozzino

Che all’interno della maggioranza di Massimo Rozzino ci fossero dei problemi ormai è fatto noto a tutti. Sin dai primi Consigli comunali, infatti, si è notato che Rocco Muscedra e Luigi Corna hanno cercato di comprendere a fondo quello che il «loro» sindaco avesse in mente per Torrazza. E tra i primi argomenti di scontro, proprio come ricordano Muscedra e Corna, era stata la manutenzione di strada Monferrina che era gravata sul bilancio comunale per ben 100 mila euro. Poi, naturalmente, lo scontro si è accentuato quando Rozzino ha portato in Consiglio, lo scorso 27 dicembre, il progetto per l’arrivo dello smarino nella cava Cogefa di Torrazza. Lì si è aperta una voragine che ha portato i due consiglieri a fondare un gruppo di opposizione dal nome «Torrazza Piemonte Libera». Lo scorso 19 febbraio, infatti, hanno protocollato la nascita di questo gruppo che ha come capogruppo Muscedra.

Un nuovo gruppo

«La scelta di costituire un gruppo deriva esclusivamente dal totale disaccordo con le scelte politico amministrative che il sindaco ha fin qui portato avanti compromettendo la fiducia interna alla lista “Torrazza Bene Comune”. Provvedimenti che generalmente o quasi sempre venivano presentati a cose fatte senza nessun confronto preventivo con altri consiglieri, senza una vera valutazione sulla scala delle priorità di spesa» spiegano Corna e Muscedra. E ricordano appunto via Monferrina spiegando che c’erano altre vie in centro che avevano necessità di manutenzione straordinaria come via Santa Chiara o via Einaudi.
«Il fatto più eclatante - continuano - che per noi rimane emblematico di come il sindaco intenda il suo metodo di amministrare la cosa pubblica, rimane l’approvazione il 27 dicembre della delibera con cui si avvallava un nuovo sistema di conferimento dello smarino della Val di Susa, che tradotto in pratica vuol dire rimuovere l’ultimo ostacolo burocratico, una delle ultime carte da giocarsi per il Comune per evitare che sul proprio territorio venga realizzato un nuovo sfregio. Questo in contraddizione con quanto scritto nei due programmi elettorali. Ci amareggia scoprire che già dal 2018 il sindaco portava avanti uno scambio epistolare con Telt per arrivare al traguardo del 27 dicembre. Dialogo che ci è sempre stato taciuto. Noi avevamo immaginato un percorso diverso: condiviso nelle scelte, di dialogo franco, di trasparenza e fatto di molti “noi” e pochi “io”. Il nostro impegno dunque sarà per una Torrazza libera da politiche servili, libera da atteggiamenti autoreferenziali e autocratici volti, libera dalla poca trasparenza».

La mozione

Muscedra e Corna rimarcano anche un altro aspetto: «Nel Consiglio di luglio avevamo presentato una mozione affinchè il Consiglio si schierasse contro l’arrivo dello smarino, una mozione portata in Consiglio poi ad ottobre e che è stata rigettata perché, parole del sindaco, “non era stata condivisa con loro”. Oggi ci rendiamo conto, e ne capiamo i motivi, del perché Rozzino non ha mai voluto approvare una delibera di Consiglio contro la terra della Tav, perché lui dal 2018 trattava con Telt per portare questo materiale a Torrazza».

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