LA CURIA DI VERCELLI

Coronavirus, chiese aperte ma niente Messe

L'Arcivescovo Monsignor Marco Arnolfo precisa la situazione.

Coronavirus, chiese aperte ma niente Messe
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Coronavirus, chiese aperte ma niente Messe nel Vercellese dopo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. L'Arcivescovo Monsignor Marco Arnolfo precisa la situazione.

Coronavirus, chiese aperte ma niente Messe

L'Arcivescovo di Vercelli, Monsignor Marco Arnolfo precisa le disposizioni giunte in questi giorni di Coronavirus:

Carissimi sacerdoti delle nostre Comunità pastorali diocesane,

in questo momento molto travagliato, pervengono a me e ai miei più diretti collaboratori legittime richieste di chiarimento esplicativo da parte vostra, relativamente alle Istruzioni già emanate dall’autorità ecclesiastica in sede nazionale (C.E.I.), regionale (C.E.P) e diocesana, e anche riguardo all’insorgere dei nuovi interrogativi che una situazione in drammatica e continua evoluzione pone continuamente alla nostra attenzione.

Provo allora a ricapitolare insieme con voi e per voi alcuni chiarimenti utili:

APERTURA CHIESE

Premesso che essa al momento attuale non è vietata da alcuna normativa, né statale né regionale, occorre tenere presente la raccomandazione della Presidenza CEI a seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità medico-sanitarie a non uscire di casa, se non per necessità urgenti ed inderogabili (quelle richiamate dagli organi governativi: acquisto generi alimentari, farmaceutici…). Le chiese pertanto possono rimanere aperte per offrire a chi già deve uscire per altri motivi la possibilità di una sosta di raccoglimento e di consolazione alla presenza del SS. Sacramento (da mantenersi sempre chiuso entro il tabernacolo).

Le altre disposizioni

Monsignor Arnolfo precisa anche altri aspetti molto importanti:

UFFICI DI CURIA: Restano chiusi ed il personale in congedo. Il Vicario generale ed il Cancelliere possono essere telefonicamente contattati in qualsiasi momento e per ogni necessità.

APPUNTAMENTI DIOCESANI: Sono tutti annullati sino al 3 aprile, in attesa di ulteriori disposizioni governative.

VISITA E COMUNIONE AGLI AMMALATI: Evitare nel modo più assoluto di inviare nelle case i Ministri laici della Comunione. Il virus infatti può potenzialmente essere trasmesso ai ministri, quanto da loro stessi propagato, particolarmente a soggetti anziani, che sono in questo momento i più fragili. Il solo Sacerdote o Diacono potrà pertanto recarsi nelle case di ammalati, in caso di richiesta diretta, motivata da ragioni gravi ed urgenti, prendendo tutte le precauzioni opportune (mascherina e guanti) e rimanendo alla distanza di sicurezza di almeno 1 metro. Questo non deve significare tuttavia “abbandonare” gli ammalati e le loro famiglie: la premura pastorale e il discernimento delle singole situazioni ci suggerirà, caso per caso, le modalità di accostamento più opportune, utilizzando anche tutte le possibilità offerte dalle moderne tecnologie.

BATTESIMI, MATRIMONI E FUNERALI: Battesimi e Matrimoni dovranno essere rimandati al periodo post-emergenziale, salvo casi di inderogabile necessità da sottoporre preliminarmente all’attenzione dell’Ordinario diocesano. Per i funerali, la benedizione della salma, solo con i parenti stretti, dovrà essere impartita al cimitero, seguendo le istruzioni liturgiche già fornite.

PRIME COMUNIONI E CRESIME: Mantenere le date già programmate o rinviarle? Si suggerisce di attendere gli ulteriori provvedimenti governativi prima di rinviarle. Nel caso puramente teorico in cui dopo il 3 aprile la vita tornasse nella norma, sarà opportuno applicare anche nella preparazione dei Sacramenti quella elasticità e flessibilità che le stesse scuole avranno nella valutazione scolastica, tenendo cioè conto delle circostanze eccezionali che il Paese sta attraversando. In pratica, si potrà ritenere sufficiente una consapevolezza minima del Sacramento. Tuttavia, nel caso in cui fossero le famiglie stesse, all’unanimità, a richiedere sin da ora il differimento delle celebrazioni ad altro periodo, è opportuno che i Parroci aderiscano alle richieste pervenute.

Sperando di aver chiarito molti motivi di dubbio, vi benedico di cuore, sentendo ognuno di voi particolarmente vicino, in quest’ora drammatica, nella comunione presbiteriale diocesana, che permane intatta, come “perla preziosa” evangelica e bene inestimabile!

Maria Salute degli Infermi, prega per noi!

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