Coronavirus, due brandizzesi bloccati in Cina
I voli per l’Italia sono infatti bloccati.
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Coronavirus, due brandizzesi bloccati in Cina. I voli per l’Italia sono infatti bloccati.
Coronavirus, due brandizzesi bloccati in Cina
«Se dovessi riassumere in una frase secca l’emergenza del Coronavirus direi che è “seria, ma non catastrofica”». A parlare è Diego Barbera, un brandizzese che di professione fa il giornalista e lo scrittore.
«Vivo in Cina da quest’estate. Più precisamente mi trovo a Haikou, - prosegue Diego - capitale dell’isola di Hainan che corrisponde al punto più meridionale del paese. Vivo con la mia ragazza, una collega peraltro, originaria della provincia centrale dell’Hunan, ma che da tempo è di stanza sull’isola. Ogni giorno ricevo decine di messaggi e chiamate da amici, colleghi e parenti preoccupati che mi trovassi in una situazione post-apocalittica. Leggo le notizie italiane sulla questione del Coronavirus. Il discorso è chiaro: si pensa che in Cina tutti siano asserragliati in casa quando non pronti a girovagare per il mondo come untori pronti a diffondere un virus che decimerà la popolazione globale. Lapalissiano specificare che si tratta di una visione distorta e imbarazzante. La realtà è la seguente: se non si è stati contagiati o non si è stati a contatto con un contagiato non c’è obbligo di quarantena (che dura due settimane, per la cronaca), si è liberi di uscire, basta mettere la maschera e evitare di aggregarsi con altre persone e mettersi sostanzialmente in pericolo da soli. Il virus non viaggia nell’aria percorrendo chilometri in cerca di una preda come uno squalo richiamato dal sangue nell’oceano. Si contrae come se fosse un’influenza. Ma non si deve cadere nell’errore di considerarlo poco importante perché la suddetta influenza stagionale miete molte più vittime ogni anno. Certo, i numeri del Coronavirus sono assai più piccoli, ma ci si deve concentrare sulla mortalità che è sopra al 2%, un dato estremamente preoccupante e da non sottovalutare. Se non si hanno gravi problemi respiratori, tumori, cardiopatie o in generale un sistema immunitario debole o compromesso non si corrono grossi pericoli. Tuttavia, si possono contagiare persone a rischio, per questo motivo la gente preferisce stare a casa il più possibile, evitare contatti e aspettare che la situazione migliori con grande coscienza civile e responsabilità. Quella che servirebbe anche da noi, evitando catastrofismi inutili e, soprattutto, discriminando i cinesi sul nostro territorio associandoli a virus. Qui in Cina non puntano il dito contro i connazionali originari di Wuhan, dove tutto è partito, si cerca di mantenere unità e fermezza. Quelle che servirebbero da noi e nel resto del mondo. Passerà anche questo come i simili virus precedenti. Mia mamma Silvana Bocca (molto conosciuta in paese e attiva nell’associazionismo locale) è venuta a trovarmi, è riuscita a partire il giorno prima del blocco aereo imposto dal governo italiano. Il visto sarebbe scaduto il 20 febbraio, ma prima del 29 aprile - ora come ora - non c’è possibilità di volare Cina-Italia. Ci siamo recati al bureau dell’immigrazione, tempo di compilare un po’ di fogli e scattare una foto abbiamo ricevuto (entrambi) un prolungamento di visto di 30 giorni senza alcun problema.
Il caso
Cosa succederà da qui a marzo? Io sono ottimista che la situazione sarà già sui giusti binari per ritornare alla norma. Fino a quel momento, non solo in Cina, servono prudenza, cautela e buon senso. Tutto andrà per il meglio».
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