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Coronavirus, "focolaio" in Neurologia a Chivasso

Per il primario Castenetto la pressione resta alta: «Non si vedono segni di miglioramento».

Coronavirus, "focolaio" in Neurologia a Chivasso
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In ospedale a Chivasso la situazione Covid è stabile. La pressione resta comunque alta e grandi segni di miglioramento per ora non si vedono.

In terapia intensiva si libera qualche posto saltuariamente, ma si contano anche anche molti lutti.
Al primario Castenetto abbiamo chiesto se alla luce dell’ingresso in zona gialla e delle festività natalizie cresca il timore per la terza ondata.
»E’ difficile fare previsioni - ci dice- anche perché adesso siamo ancora in pieno nella seconda ondata».
Ci conferma che l’età dei pazienti ricoverati si sta abbassando e che questo virus quando colpisce gli ultraottantenni fa davvero danni irreversibili.

I ricoverati nell’ASL TO4

Vediamo nel dettaglio la situazione nell’Asl To 4.
I contagiati sono 5872.
All’Ospedale di Chivasso 73 ricoverati, 17 terapia intensiva e semi intensiva. A Ciriè il numero dei ricoverati è 96, 13 terapia intensiva e semi intensiva. A Lanzo 54. A Ivrea 53, 16 terapia intensiva e semi intensiva. A Cuorgnè 74. A Settimo 102. Il totale ricoverati è di 442 , la pressione sugli ospedali è stabili leggermente inferiore al mese di novembre.
Il 10% dei ricoverati è in terapia intensiva o semi intensiva.

Focolaio in Neurologia

Nel pomeriggio di  martedì 15 dicembre, il sindacato Nursind ha inviato una nota, a firma del segretario territoriale Giuseppe Summa, in cui di fatto denuncia un «focolaio Covid» nel reparto di neurologia dell’ospedale di Chivasso, con almeno sette infermieri (su dodici) contagiati.
In allegato la lettera inviata a Raimondo Cavallo, Medico Competente dell’AslTo4, in cui il sindacato chiede «Delucidazioni circa la mancata sorveglianza sugli operatori» «A seguito di diversi focolai di Covid attualmente presenti all'interno di alcuni servizi del nosocomio Chivassese».
«A titolo esemplificativo - si legge nel documento - ci risulta che al personale della Neurologia non sia stato effettuato alcun tampone di sorveglianza fino alla data del 26 Novembre, quando si sono verificati i primi casi di positività tra pazienti e operatori. (...) Riteniamo che tale situazione abbia potenzialmente favorito la diffusione del virus tra paziente e operatore e/o viceversa, aumentando ulteriormente le criticità legate alla carenza di personale nei servizi, oltre chiaramente alle problematiche di salute correlate e dei contagi familiari».

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