Coronavirus, giornalista di Cavagnolo in quarantena
Si tratta di Mariangela Francini.
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Fra le persone costrette alla quarantena per il Coronavirus c’è anche la nostra collaboratrice di Cavagnolo Mariangela Francini.
Coronavirus, giornalista in quarantena
Fra le persone costrette alla quarantena per il Coronavirus c’è anche la nostra collaboratrice di Cavagnolo Mariangela Francini.
Il racconto
Questo il suo racconto: «La notizia piove addosso a me e al mio ragazzo mentre torniamo da una riunione di famiglia. Tutti i corsi, le attività universitarie e persino il campus delle Nazioni Unite sono chiusi per il Coronavirus. Quello che la sera prima, durante la festa di compleanno di una nostra amica che vive a Codogno, era una battuta è diventato un problema. Subito dopo arriva la notizia che il locale dove siamo stati per la festa chiuderà per via del contagio. Ci guardiamo. “Dobbiamo tornare indietro” mi dice il mio ragazzo. Mezz’ora di macchina, un consiglio di famiglia, tre borse di generi alimentari e sei mascherine dopo siamo in macchina per tornare verso Brescia, per non diffondere ancora il virus. Prima di deviare definitivamente verso la Lombardia ci fermiamo a un discount: assistiamo a scene di delirio. Una donna ha nel carrello sei pacchi di salatini, quattro casse di birra e scatolame per un esercito: non vuole affrontar sobria la fine del mondo. Quando arriviamo a casa, la nostra coinquilina di Rovato è al telefono con sua madre. “Non tornare, qui stanno chiudendo tutto, chissà cosa ci passi”. In definitiva, io e la nostra coinquilina siamo chiuse in casa, mentre il mio ragazzo va al lavoro con alcune restrizioni imposte dal suo datore. Dal primo giorno ci accorgiamo che qualcosa in casa manca: allora ci muoviamo, a piedi, verso l’alimentari più vicino. Il quartiere è deserto: con un sole da cartolina e i primi alberi in fiore, sembra di camminare in un videogioco di apocalisse zombie, con gli occasionali anziani in mascherina al posto dei morti viventi. Guardano con disgusto i miei occhi a mandorla, senza motivo. All’alimentare sono arrivati i rifornimenti, ma alcuni prodotti specie tra i freschi continuano a scarseggiare. Il tempo passa a un ritmo irreale, tra continui controlli della situazione sui siti ufficiali e silenzi lunghissimi: fa più paura la paura del virus».
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