Coronavirus, infermieri al fronte senza fucili

Le parole dei sindacati del Nursind.

Coronavirus, infermieri al fronte senza fucili
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Coronavirus, infermieri al fronte senza fucili. Le parole dei sindacati del Nursind.

Coronavirus, infermieri al fronte senza fucili

Il Nursind segue da vicino ciò che sta succedendo al personale sanitario negli ospedali dell'Asl To 4 per via del Coronavirus.

Apprendiamo che il decreto varato nella tarda serata di ieri prevede che per il personale sanitario la quarantena non è più necessaria. Solo in caso di sintomi conclamati e tampone positivo il personale sanitario può essere posto in isolamento. E’ bene ricordare che anche gli infermieri hanno una famiglia e delle persone care che da oggi saranno più esposte rispetto a tutti gli altri cittadini. E’ bene ricordare che più di tutti dovremmo limitare i nostri movimenti perché potenzialmente più a rischio di altri. La scelta, frutto di politiche scellerate del passato forse si è resa necessaria perché altrimenti, mettendo migliaia di infermieri in quarantena, avremmo dovuto chiudere i servizi in un momento in cui serve ancora più personale. Qualcuno deve essere sacrificato per gestire e poter uscire da questa grande emergenza e non saranno certo quelli che hanno depotenziato e definanziato il nostro sistema sanitario nazionale, tagliando personale e posti letto, chiudendo ospedali e servizi. Noi infermieri, siamo arrabbiati ma faremo fino in fondo il nostro dovere, di fronte ad una classe dirigente che ha dimostrato di non esser pronta a gestire un evento di queste dimensioni e che invece avrebbe dovuto esserlo nonostante tutte le difficoltà che ha presentato.

Le testimonianze

Il sindacato ascolta le testimonianze dei lavoratori, di coloro che ogni giorno affrontano questa situazione di emergenza:

Le testimonianze dei colleghi, già dalle prime giornate e che ci giungono costantemente minuto dopo minuto parlano di una grande difficoltà nell’utilizzo dei dispositivi, nelle procedure, nelle indicazioni, nei comportamenti da adottare che espongono in maniera evidente il personale. Non ci sono linee chiare , non c’è uniformità. Infermieri bloccati a lavoro o a casa  senza avere notizie a secondo dell’azienda dove si trovano. Procedure che cambiano in continuazione e che non danno certezze agli operatori impegnati in prima linea. Questo è il quadro che si presenta oggi in molti ospedali della nostra regione. C’è anche una buona notizia finalmente. 20.000 assunzioni che arrivano tardivamente e che auspichiamo vengano subito messe in campo senza tanti fronzoli. Qualcuno aspettava che fossero le aziende a richiedere personale, si poteva fare di più e prima nella nostra regione . Sono più settimane che lo chiediamo. Noi infermieri faremo quasi certamente la conoscenza di questo virus, sperando di abbatterlo e uscirne più forti di prima, nonostante non potremmo neanche beneficiare degli aiuti che si metteranno in campo e di nessun riconoscimento economico per questo enorme lavoro.

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