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Alberto Cristofori: «Sono tre o quattro i casi sospetti Covid-19 che ogni giorno ci troviamo ad affrontare, non solo di Cigliano».

Coronavirus, la Vapc sempre operativa. Alberto Cristofori: «Sono tre o quattro i casi sospetti Covid-19 che ogni giorno ci troviamo ad affrontare, non solo di Cigliano».
Coronavirus, la Vapc sempre operativa
Era il 1981 quando a Cigliano nasceva l’Associazione di pubblica assistenza Vapc dall’Avis sezione ambulanza. Un gruppo che negli anni è cresciuto sino a raggiungere 127 volontari e quattro dipendenti. Un grande gruppo che non opera solo a Cigliano, ma che si spinge fino a Santhià e al Canavese. Un gruppo che oggi affronta l’emergenza sanitaria Coronavirus Covid-19, assicurando la presenza non solo dei mezzi ma anche del personale volontario per i vari trasporti. Un gruppo, appunto, fatti di volontari, più o meno giovani, che in questo periodo, nonostante la paura si sono messi al servizio della propria comunità come spiega il presidente Alberto Cristofori: «Sono tre o quattro i casi sospetti Covid-19 che ogni giorno ci troviamo ad affrontare, non solo di Cigliano. Il gruppo, in questa emergenza, si è trovata ad effettuare un trasferimento di paziente positivo dall’ospedale di Biella, dove si trovava in rianimazione, a quello di Verbania». Un grande lavoro frutto dell’impegno dei volontari come spiega ancora il presidente: «Su ogni ambulanza sono presenti due volontari, entrambi attrezzati con il Dpi (Dispositivi di protezione individuale) perché i nostri autisti hanno svolto i corsi, non sono solo autisti. La scelta di far viaggiare due volontari è dettata dal fatto di voler ridurre il più possibile le persone a bordo per poter garantire più servizi. Persone che sono dotate delle dotazioni di protezione necessarie anche se iniziano a scarseggiare le tute bianche e le mascherine. Il gruppo, ancor prima che sorgesse questa emergenza, ormai otto mesi fa aveva intrapreso una strada importante: quella dell’igienizzazione dei locali e personale. Infatti, in ogni locale avevamo e abbiamo gli igienizzanti per le persone ed effettuiamo una disinfettazione dei locali attraverso un apposito sistema, cioè con delle bombolette autoestinguenti. Cosa che avviene naturalmente anche sulle nostre ambulanze per garantire la sanità al rientro da ogni intervento. Inoltre, proprio per evitare ogni pericolo, gli operatori quando rientrano da un intervento non portano più la divisa a casa da lavare, bensì il Dpi lo gettano nei rifiuti mentre la divisa viene lavata nella nostra lavanderia e fatta asciugare. Dunque, i volontario entra ed esce dai locali della sede con i propri abiti, ma con la divisa».
Un gruppo solido quello della Vapc che durante questa emergenza non garantisce solo il trasporto di 118 ma prosegue anche i servizi di trasporto infermi e trasporto sanitario con auto. Un’emergenza che li vede sempre al fianco dei cittadini tant’è che si sono fatti carico di consegnare la spesa a casa alle persone così come i farmaci. Un servizio anche questo importante per evitare che le persone escano di casa, che possano contrarre il virus.
Molte le donazioni
«Tutto questo è reso naturalmente possibile grazie al lavoro dei volontari – spiega il presidente – In questo momento abbiamo deciso che le persone a rischio, come le persone più anziane, fosse il caso di non esporli ai rischi, così abbiamo chiesto loro di fermarsi. Ci sono però stati dei nuovi ingressi, persone che fronte a questa emergenza e con tempo a disposizione hanno deciso di mettersi in gioco. Naturalmente queste persone non possono svolgere servizio di 118 ma ci aiutiamo in quelle che sono appunto le consegne e altre operazioni. Ci sono poi persone che da tempo avevano lasciato l’attività ma che hanno voluto tornare per aiutarci.
Un lavoro che è possibile grazie alle donazioni che abbiamo avuto: la Cvb di Tronzano, la Carrozzeria del Borgo di Borgo d’Ale e la farmacia Orillier di Cigliano con un aiuto economico mentre la Graglia e la Pro Loco Ciglianese (dopo una raccolta fondi) ci hanno dotato di nuovi Dpi. E poi tanti sono stati gli oboli spontanei.
E proprio in questi giorni la FCA bank e la Leasys hanno deciso di darci la possibilità di avere nuovo mezzo a disposizione per farmaci e spesa a domicilio».
I tamponi
Ma in tutto questo Cristofori lancia un segnale importante alle autorità che non si dimentico del mondo del volontariato: «Noi volontari non siamo in prima linea, siamo oltre la trincea. Noi siamo quelli che ogni volta che usciamo non sappiamo cosa ci troviamo davanti. Perché quando arriva la richiesta di intervento non sappiamo se la persona che soccorriamo, prima di giungere in loco, ha o meno i sintomi del virus. Non sono solo i medici, gli infermieri, gli Oss che affrontano questa situazione, ci siamo anche noi, troppo spesso dimenticati. Dunque quando si parla di fare i tamponi a questi dipendenti della sanità italiana, occorre ricordarsi anche dei volontari che lo fanno appunto per spirito di abnegazione, perché coloro che salgono sui nostri mezzi hanno un altro lavoro. Ecco che chiedo di fare i tamponi anche ai volontari. Questo è l’appello che mi preme in questo momento difficile».




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