Coronavirus: si autoimpongono la quarantena dopo viaggio in Cina

Alla vista del biglietto, in paese, si sono scatenati timori e allarmismi che hanno interessato anche la politica locale.

Coronavirus: si autoimpongono la quarantena dopo viaggio in Cina
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Coronavirus: si autoimpongono la quarantena dopo viaggio in Cina. E' accaduto nei giorni scorsi in un paesi nel Bresciano.

Cornavirus, si mettono in quarantena.

Una coppia di coniugi di origine cinese, residente a Roncadelle – nel Bresciano – al suo ritorno in Italia, in seguito ad un viaggio in Cina, focolaio del Coronavirus, ha affisso un cartello sulla porta del proprio negozio in cui veniva spiegato che – per tutelare la scurezza di tutti i concittadini bresciani – si autoisolerà per un periodo di 14 giorni, mettendosi in quarantena volontaria. Come riporta Prima Como

“Siamo tornati dalla Cina l’1 febbraio, per sicurezza faremo una pausa di 14 giorni. Il negozio riaprirà il 17 febbraio” recita l’avviso affisso alla saracinesca della lavanderia del centro.

Alla vista del biglietto, in paese, si sono scatenati timori e allarmismi che hanno interessato anche la politica locale.

Coppia rientra dalla Cina e si mette in quarantena

È stata Elisa Regosa, candidata sindaco leghista, a dare eco alla vicenda attraverso un post pubblico.

“Sono stata la prima a contattare l’Ats di Brescia per chiedere delucidazioni – ha commentato la Regosa –  Ho provato a comunicare con il sindaco Damiano Spada, ma non ho avuto la sua disponibilità. Ho solo svolto il mio dovere morale e civico”.

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Opinione pubblica spaccata

In tanti hanno sostenuto il consigliere di minoranza, ma altrettanti l’hanno accusata di fare allarmismo inutile: l’opinione pubblica si è spaccata.

La replica del sindaco del Pd

Di fatto i protagonisti della vicenda si sono auto imposti la quarantena, senza rivolgersi alle autorità competenti. “Un gesto umano”, l’ha definito il primo cittadino Damiano Spada, che ha ringraziato i coniugi di origine cinese per aver voluto tutelare l’intera cittadinanza con questa reclusione forzata, che li terrà per 15 giorni lontani dalla vita sociale e dal lavoro.

“Non appena osservata la comunicazione, l’Amministrazione si è prontamente mossa come da prassi avvisando le autorità incaricate per avere indicazioni sul comportamento più idoneo da adottare – hanno fatto sapere dal Comune – La coppia in questione in maniera responsabile e volontaria ha deciso di rispettare quanto indicato dal Ministero: l’adozione della permanenza volontaria, fiduciaria, a domicilio fino al completamento dei 14 giorni successivi all’uscita delle aree a rischio”.

 

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