«Così ho salvato quel bambino: portato fuori dall’acqua dal bagnino, ho iniziato a rianimarlo»
Il racconto del volontario della Cri di Montanaro.
Un bambino stava per affogare nella piscina comunale di via Gerbido a Chivasso.
La scorsa settimana abbiamo dato la notizia di questo episodio avvenuto domenica 13 giugno che poteva finire in tragedia, ma che per fortuna ha avuto un lieto fine.
Il racconto del volontario della Cri di Montanaro
Ad intervenire in soccorso del bambino di 9 anni è stato, oltre al bagnino, Enzo Rago, classe 1986 e volontario della Croce Rossa di Montanaro da circa un anno e mezzo.
«Ero in coda in biglietteria per poter accedere alla piscina con mia moglie e i miei figli quando ho sentito gridare che un bambino stava male. - inizia a raccontare Enzo - A quel punto non ho esitato un attimo e sono subito intervenuto.
Quindi ho oltrepassato la coda poi, giunto a bordo piscina mi hanno aiutato a scavalcare.
Il bambino è stato tirato fuori dall’acqua dal bagnino e io ho iniziato subito la rianimazione con la compressione e il bagnino mi ha aiutato effettuando le insufflazioni (ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale.
La testa viene ruotata all'indietro, il soccorritore chiude il naso con una mano mentre estende la mandibola con l'altra per mantenere la bocca aperta) e al quarto ciclo di compressioni il bambino ha buttato fuori un po’ d’acqua: il piccolo era salvo».
L'arrivo dell'ambulanza
Un paio di minuti dopo è arrivata un’equipe della Croce Rossa di Chivasso con a bordo il medico e un infermiere.
Il piccolo è stato quindi trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chivasso dove è stato tenuto sotto osservazione per alcune ore e poi è stato per fortuna dimesso.
Per Rago è stato un gesto istintivo
Enzo Rago è un volontario Cri da circa un anno e mezzo ed è la prima volta per lui che si è trovato in una situazione del genere o meglio: «In servizio mi sono trovato a dover rianimare numerose volte, ma “per strada” è stata invece la prima volta - afferma Enzo - Sono intervenuto subito senza pensarci due volte, mi è venuto istintivo e credo sia questo lo spirito del volontario.
Non mi interessa apparire, ho voluto solamente raccontare cosa abbiamo “vissuto” la scorsa domenica in piscina».
Momenti di paura per non dire di terrore quelli vissuti in via Gerbido, ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio e per il piccolo nuotatore questo rimarrà ben presto solo un ricordo.
Non ci resta che goderci quest’estate ritornando piano piano, e nel rispetto delle norme anti-Covid, a vivere quei luoghi di aggregazione e socializzazione che la pandemia ci aveva interdetto ormai da un anno e mezzo.