IN OSPEDALE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Covid19, l'anestesista di Torrazza: "Questo virus ti toglie gli affetti"

Il racconto di chi ogni giorno affronta la pandemia.

Covid19, l'anestesista di Torrazza: "Questo virus ti toglie gli affetti"
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Covid19, l'anestesista di Torrazza Amedeo Fabozzo: "Questo virus non ti toglie solamente l'aria, ma anche gli affetti più cari".

Covid19, l'anestesista di Torrazza

Amedeo Fabozzo, specialista Anestesia e Rianimazione all’ospedale Cottolengo di Torino, classe 1976 e residente a Torrazza Piemonte, è uno di quei medici eroi, quelli che tutti giorni salvano le vite alle persone. Ma in questo momento di forte emergenza sanitaria, dove sono sempre più coloro che si spengono a causa del virus, il suo lavoro, che è più una passione, è ancora più importante. Lui è uno di quegli angeli che si prende cura dei malati di Covid-19 e lo fa con estrema cura.

"Questo virus ti toglie gli affetti"

«Questa emergenza ha sconvolto il nostro modo di vivere: tutto quello che davamo per scontato improvvisamente non lo è più. - ci racconta in un’intervista tra un turno e l’altro in ospedale - E non mi riferisco solo alla passeggiata all’aria aperta o al giretto al centro commerciale che giustamente ci impediscono di fare per poter contrastare questa epidemia: pensiamo a tutte quelle persone che stanno lottando per la loro vita, a noi sanitari che lottiamo accanto a loro, ai loro parenti che spesso non riescono a vederli per molto tempo. Sì, lo ammetto, da quando è iniziato questo incubo è cambiato l’approccio coi pazienti: pensi, anche solo per un attimo, che possa essere positivo e che possa trasmetterti il virus. Poi però viene fuori il “medico dentro di te” che ti da la forza per andare avanti a fare il tuo lavoro. Questa terribile malattia, nei casi più gravi, ti toglie due cose fondamentali: l’aria, a causa della polmonite interstiziale, l’affetto dei tuoi cari che non ti possono stare accanto.  Troppo spesso l’unico anello di congiunzione per i malati con la vita esterna sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che devono essere in grado di poter dare una parola di conforto, un incoraggiamento per continuare a combattere senza lasciarsi andare. Un problema di non poco conto è poi stata la difficoltà nel reperire i vari dispositivi di protezione: improvvisamente la necessità degli stessi è aumentata vertiginosamente. Non dimentichiamoci anche di tutte quelle persone che hanno altre malattie e che vedono, a causa dell’epidemia di Covid 19, procrastinare un intervento chirurgico che avrebbe potuto migliorare la loro situazione clinica. Non voglio essere pessimista ma penso che, parere personale, questa situazione sia lontana dal risolversi e che ci trascineremo questa epidemia, coi suoi relativi focolai qua e là, ancora per molto tempo».

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