«cColpo di scena» in Regione

Crescentino avrà l’ospedale, Cavagnolo la Casa di Comunità

La svolta è avvenuta dopo l’ultima assemblea dei sindaci dell’AslTo4.

Crescentino avrà l’ospedale, Cavagnolo la Casa di Comunità
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«È il più grande investimento in servizi pubblici dal dopoguerra, per i Comuni della Collina». Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo, nel tardo pomeriggio di martedì 22 febbraio non nasconde la sua soddisfazione per il provvedimento varato pochi minuti prima dal Consiglio Regionale.

Crescentino avrà l’ospedale, Cavagnolo la Casa di Comunità

L’approvazione della programmazione relativa alle strutture di prossimità ed intermedie nelle Aziende Sanitarie Locali e della localizzazione dei siti, ha dato infatti il via per la realizzazione dell’ospedale di comunità a Crescentino e delle case di comunità a Chivasso e a Cavagnolo. Quest’ultima è la vera novità, dato che fino alla scorsa settimana Crescentino avrebbe dovuto avere sia l’ospedale che la casa di comunità, con Cavagnolo idoneo ad ospitare solo alcuni ambulatori su una superficie di 300 metri quadrati. Ora, invece, Cavagnolo sarà un «hub» a tutti gli effetti, con 600 metri quadri su cui poter ottimizzare moltissimi servizi per la collettività.
La svolta è avvenuta dopo l’ultima assemblea dei sindaci dell’AslTo4, dopo la quale Andrea Gavazza e il primo cittadino di Crescentino, Vittorio Ferrero, hanno trovato l’accordo in grado di soddisfare le esigenze di tutti.

Investimento da 430 milioni di euro

La Regione Piemonte investirà complessivamente 430 milioni di euro, con fondi derivanti dal Pnrr e da altre fonti, per rafforzare il sistema della sanità territoriale: 214 milioni porteranno alla realizzazione di 91 case di comunità, 29 ospedali di comunità e 43 centrali operative territoriali; 78 milioni saranno utilizzati per l’ammodernamento del parco tecnologico delle strutture sanitarie; 138 milioni serviranno per l’adeguamento antisismico di diversi ospedali.

Il commento del consigliere regionale Gavazza

«La scelta delle case e degli ospedali di comunità - sottolinea il consigliere regionale Gianluca Gavazza, tra i fautori della modifica dell’ultima ora - conferma la necessità di un'inversione di tendenza per migliorare la vita di donne e uomini che hanno scelto di vivere con le loro famiglie più vicini alla natura. Negli ultimi decenni si era pensato di accorpare diversi servizi, in ambito sanitario e non, in modo da creare dei poli multifunzionali in cui i cittadini, delle diverse comunità, potevano recarvisi. La visione era quella di concentrare i servizi per limitare i costi e di rendere operative unità più grandi e sempre più specializzate. Questo ha finito per avere un impatto anche sulle scelte abitative, con grandi città con tutti i servizi e paesi a bordo circonvallazione».

«Ritorna prioritaria - aggiunge Gianluca Gavazza - la necessità di adeguare le piccole unità cittadine di servizi atti a consentire alla cittadinanza di poterne usufruire sempre più in maniera agevole, andando a coprire i punti scoperti che sono risultati più evidenti durante e dopo pandemia».

L' ospedale di comunità e la casa di comunità

L’ospedale di comunità è una struttura della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale.

La casa di comunità è invece una struttura in cui opera un équipe multiprofessionale di medici di medicina generale, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e i servizi socioassistenziali.

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