Crescentino, sempre più contagi. Colpa di due feste private?
La situazione peggiora giorno dopo giorno.
Crescentino è zona rossa da una settimana ormai ma i contagi continuano ad aumentare. Due feste private la causa di tutto?
Crescentino, sempre più contagi
Crescentino è piombata nell’incubo della «zona rossa» una settimana prima rispetto a tutto il territorio della Regione Piemonte. Troppi contagi: un aumento all’apparenza inspiegabile. Che ha costretto a blindare gli abitanti con tante attività commerciali chiuse, il divieto di uscire dalla propria abitazione. Insomma un vero e proprio lockdown. Come se fossimo ancora a marzo 2020. E in città è iniziata una sorta di caccia alle streghe, si cercano gli untori o l'untore. Si sono scatenati i leoni di tastiera: ed ecco che sui social sono comparse le interpretazioni più fantasiose.
Due feste private?
Ma a volte la verità è proprio quella che passa da orecchio a orecchio sotto i portici. Da dove è partito il cluster crescentinese? Forse, come dice più di uno, da alcune feste private che sono state organizzate in barba ai divieti. Feste illegali, lasciatecelo scrivere. Che avrebbero causato un mini focolaio che in poco tempo ha «portato» il virus in buona parte del paese. Addirittura ha costretto per qualche giorno la chiusura degli uffici municipali.
In un attimo i contagi sono esplosi e bene ha fatto il sindaco Vittorio Ferrero a implorare la zona rossa per evitare che tutto il paese si trovasse improvvisamente infettato. Certo che se la causa scatenante è stata qualche festa sarebbe davvero grave. Perché adesso, per il piacere di pochi, che non hanno resistito alla tentazione di brindare insieme, 8 mila persone vivono con il fiato sospeso, con il timore di ammalarsi. E qualcuno è già finito in ospedale.
Le regole
Comunque, al di là della causa scatenante, può essere questa l'occasione giusta per ricordare quelle che sono le più elementari regole che sono alla base della battaglia contro il Covid. Perché se vogliamo sconfiggere questo virus, in attesa che tutti quanti possiamo, essere vaccinati, dobbiamo quantomeno fare la massima attenzione alle situazioni che possono essere considerate a rischio. Bisogna assolutamente evitare gli assembramenti (quindi le feste private sono bandite) indossare sempre la mascherina e igienizzarsi le mani. Tre regole fondamentali, se le rispettiamo quanto prima possiamo aspirare tornare alla nostra normalità. A quella normalità fatta di poche cose: una cena con gli amici, un abbraccio e un sorriso non solo con gli occhi ma a tutto viso.
Ci permettiamo di rivolgere, attraverso le colonne di questo giornale, un appello.
Sono giorni difficili, siamo nel mezzo della battaglia, non possono esserci distrazioni. Il virus va isolato.
Torneranno presto i giorni per fare le feste e per ritrovarsi tutti quanti insieme a brindare. Ma non adesso. Adesso è il momento di proteggersi l'uno dall'altro. Aiutiamoci a vicenda. Affinché in Italia non abbiano mai più a ripetersi quelle scene che si sono viste a Bergamo con con i camion militari che portavano via le bare.
La caccia all'untore ha poco senso, meglio, invece, invitare il proprio vicino di casa - partendo comunque da se stessi - a rispettare le regole. Questo non significa limitare la nostra libertà, ma semmai ci aiuta a sopravvivere in questo momento di grave pandemia.