parola agli avvocati

Crisi «La Chivasso», il Comune vuole le chiavi del Pastore

Non convincono le promesse del presidente Marilena Gisoldo, rimasta senza direttivo e giocatori.

Crisi «La Chivasso», il Comune vuole le chiavi del Pastore
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Che la vicenda del La Chivasso sarebbe finita male, anzi, malissimo, era cosa nota a tutti.

«La Chivasso», il Comune vuole le chiavi del Pastore

Le bollette non pagate, la diaspora del settore giovanile, il ritiro delle tre squadre rimaste dai campionati e in ultimo le dimissioni del direttivo, ad eccezione del presidente Marilena Gisoldo che in queste ultime settimane ha preso la parola solo per tuonare contro l’amministrazione comunale guidata da Claudio Castello, «rea» di non averla (a suo dire) appoggiata nel progetto di rilancio della società.
Eppure, a Palazzo Santa Chiara come in tutti gli altri ambienti legati al calcio, qualche domanda avrebbero dovuto farsela sui nuovi inquilini del glorioso «Pastore» a partire dalla serata di presentazione della dirigenza Gisoldo, nome sconosciuto negli ambienti sportivi e arrivata in città a seguito di una «chiamata» non si è mai saputo da parte di chi.
La novità di questi giorni è tutta nella determina numero 812 a firma del segretario generale Giuseppina De Biase, documento con cui Palazzo Santa Chiara affida all’avvocato chivassese Carlo Bosi un «Servizio di assistenza stragiudiziale e supporto giuridico amministrativo» per la definizione della pratica «Comune di Chivasso / Urs La Chivasso».
In parole povere, la Città vuole indietro le chiavi del «Pastore».

La determina comunale

Nella determina, De Biase ripercorre le varie tappe dell’intricata vicenda, partendo dalla convenzione, datata maggio 2017 (presidente Giampiero Pitzalis) e prorogata causa Covid al termine della stagione sportiva 2023-2024.
Come detto, l’unica carica societaria rimasta è quella di Gisoldo, che con una PEC del 30 settembre avrebbe confermato «la ricerca di professionisti mirati per permettere una corretta valutazione oltre che la gestione a 360°, attraverso tempi, azioni e ulteriori risorse».
Parole che non sembrano aver convinto del tutto l’amministrazione: «La società - si legge nella determina - ha, di fatto, abbandonato il campo sportivo non utilizzandolo in alcun modo, né curandone la manutenzione.

Sussistono debiti insoluti

Sussistono debiti insoluti di consistente entità per quanto riguarda le utenze (tutte intestate alla Società Sportiva). Il contatore del metano è stato sigillato e non verrà riaperto se non a saldo debito. Tale circostanza ha comportato l’impossibilità di effettuare partite e allenamenti.
Tutto il Consiglio si è dimesso. Non esistono più gli organi societari se non il Presidente.
Il venir meno di tutti i soci (ad esclusione del Presidente), l’interruzione di qualsiasi attività, compresa la scuola calcio per i più piccoli, il conseguente blocco e inutilizzo dell’impianto comportano il venir meno degli scopi della concessione d’uso dell’impianto».
E ancora: «La chiusura totale dell’impianto, l’impossibilità di usufruire delle utenze e l’assenza di manutenzione programmata e ordinaria, comporta altresì il decadimento strutturale del Campo con conseguente danno al patrimonio immobiliare pubblico.
(...) La finalità che si intende perseguire (...) è quella di attivare la procedura di contestazione delle inadempienze e l’eventuale risoluzione della convenzione vigente tra il Comune di Chivasso e l’Asd Urs La Chivasso per la gestione del campo sportivo Ettore Pastore»

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