CIGLIANO

Diffamazione aggravata, condannato Marchetti

Ma il sindaco di Cigliano è pronto a fare ricorso

Diffamazione aggravata, condannato Marchetti
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Il primo match tra Giorgio Testore e Diego Marchetti è stato vinto dal primo, colui che il giudice ha ritenuto offeso dal secondo. Testore aveva sporto denuncia nei confronti di Marchetti, attraverso il legale Fabrizio Michelatti, perché diffamato sui social. Il Tribunale di Vercelli ha condannato Marchetti per diffamazione aggravata. Le motivazioni saranno rese note solamente tra trenta giorni.

Diffamazione aggravata, condannato Marchetti

Marchetti è stato condannato a una multa di 1000 euro; il tribunale ha poi rimesso le parti avanti al giudice civile per la determinazione del risarcimento in favore di Testore, riconoscendo comunque sin d'ora a favore di quest'ultimo un importo di 2000 euro a titolo di provvisionale e condannando Marchetti al pagamento delle spese legali. Testore, raggiunto subito dopo la sentenza commenta: «Da privato cittadino posso solo dire che la giustizia ha fatto il suo corso». Soddisfatto anche il suo legale: «Il giudice ha escluso la recidiva e applicato le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti per l'uso dello strumento informatico. Inoltre, la pena è stata abbattuta di un terzo perché Marchetti aveva scelto l’abbreviato».

Il sindaco farà ricorso

Dal canto suo Marchetti spiega: «Io dico sempre quello che penso e me ne prendo le responsabilità. Oggi un tribunale ha deciso che il mio "avversario politico" non è un personaggio politico e che quindi ciò che gli ho detto e scritto non rientra nella voce diatriba politica. Ovviamente ricorrerò in appello perché resto convinto che andare in giro a dire stupidaggini sia pericoloso, soprattutto raccontare alle persone falsità con il solo scopo di avere un beneficio personale. E comunque, come il solito, una sentenza a una settimana dalle elezioni. Tipico di una parte politica ben rappresentata che non cambia nulla e do appuntamento in Appello confermando il mio pieno diritto sancito dalla Costituzione di critica politica nonché di satira politica. E non aggiungo altro».

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