l'incidente

Disastro ferroviario di Aré: inchiesta aperta e 5 indagati

La Procura dovrà esaminare, anche le nove denunce arrivate da chi quella notte si trovava sul treno.

Disastro ferroviario di Aré: inchiesta aperta e 5 indagati
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Dopo due anni dal disastro ferroviario di frazione Arè a Caluso ci sono cinque indagati, tre i filoni d’indagine. L'inchiesta infatti ad oggi non è ancora chiusa.

Disastro ferroviario

Sulla scrivania del sostituto procuratore di Ivrea Daniele Iavarone è aperto, ormai da due anni, un enorme fascicolo sul disastro ferroviario avvenuto nella tarda serata di mercoledì 23 maggio 2018, ad Arè di Caluso.
Enorme come il dolore con cui devono convivere le famiglie delle due vittime e i 23 feriti che erano presenti su quel convoglio.
All’invio delle notifiche di conclusione indagini, però, manca ormai poco tempo. Le complesse attività coordinate dalla Procura di Ivrea, infatti, sono pressoché terminate. E’ ora il momento delle valutazioni. Tanti pezzi di un unico puzzle che dovranno trovare il loro posto.

Le indagini

Le indagini sono iniziate, ovviamente, dalla scatola nera del treno, che è stata recuperata e fornita alla ditta costruttrice per l’estrapolazione dei dati. Questa prima fase ha permesso di delineare nei dettagli l’andamento di uno dei due mezzi coinvolti nell’impatto: il convoglio diretto ad Aosta stava procedendo regolarmente e la velocità era ampiamente al di sotto del limite previsto. Nessuna responsabilità, dunque, sembrerebbe emergere nei confronti di Roberto Madau, macchinista 61enne di Ivrea morto nello schianto.

Ricostruito il tragitto

Poi, è stato ricostruito il tragitto che, dal Brennero, ha seguito il tir con trasporto eccezionale che avrebbe dovuto raggiungere Foglizzo. Ma soprattutto, gli inquirenti hanno dovuto risalire la lunga filiera di trasporto che si concludeva addirittura in Lituania, dove ha sede l’azienda che sarebbe stata a capo dell’operazione: la UAB Tlb. La spedizione, però, fu poi effettuata per conto della società lituana dall’austriaca Translog. Ad affiancare il carico eccezionale, inoltre, anche due società che si occupavano della scorta tecnica: la Gi&Gi Group e la Convoy Team.

La seconda vittima

La seconda vittima, Stefan Aureliana, 64enne romeno residente a Busto Arsizio, faceva parte proprio della squadra che aveva il compito di assistere il Tir.
Una volta individuati i componenti della lunga filiera, sono iniziate le attività di perquisizione da parte delle forze dell’ordine che hanno dovuto verificare se il percorso fosse stato studiato nel modo corretto e se i dipendenti coinvolti avessero ricevuto attività di formazione adeguata.
Tra i documenti rinvenuti, anche la stampa di una schermata di Google Maps che riportava il tragitto seguito poi dal tir e dalla sua scorta.

Cinque indagati

Al momento, dunque, sono cinque le persone indagate: i due legali rappresentanti della UAB Tlb e della Translog; Darius Zujis, 41enne autista lituano alla guida del tir; infine, il capo della scorta tecnica e l’autista del secondo mezzo.
L’inchiesta non è ancora conclusa, anche se al momento si lavora su tre profili di reato: disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni personali colpose.

Nove denunce

La Procura dovrà esaminare, anche le nove denunce arrivate da chi quella notte si trovava sul treno. Oltre alle lesioni patite, alcuni hanno anche segnalato di aver sofferto di disturbi psicologici dopo quel tremendo incidente. Le immagini terribili di quella notte sono impossibili da cancellare.

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