Disoccupato con cinque figli (uno disabile) a carico: "Datemi casa, lavoro e soldi"
Un giovane papà lancia un appello
Una famiglia in difficoltà. Un papà che non sa come provvedere ai bisogni dei suoi figli, che non sa «come mettere insieme il pranzo con la cena» come si usa dire se deve pagare l’affitto, le utenze e le varie spese. E allora decide di non pagare il proprietario della casa che ha in locazione, di non pagare le bollette e quant’altro. Scegli di dar da vivere ai suoi figli, che sono la sua ragione di vita. Questa è la storia di Luca, 36enne che da un paio di anni abita nella periferia di Crescentino insieme alla compagna di 39 anni. Sono arrivati nel Vercellese dopo aver abitato per anni a Torino e poi a Barge. Hanno scelto Crescentino perché qui già abitava una loro parente. Ma da quando sono qui, la loro vita è cambiata letteralmente. E in peggio.
Disoccupato con cinque figli (uno disabile) a carico
«Sono disoccupato da un anno e mezzo, prima lavoravo come vigilante per un’agenzia. Portavo a casa 1600 euro al mese, così riuscivamo a vivere», racconta senza vergogna. «Poi l’agenzia ha fatto dei tagli e sono rimasto a casa. Non ho più uno stipendio per mantenere i miei cinque figli, di cui uno affetto da una disabilità grave. La mia compagna anche lei disoccupata percepisce l’assegno unico del valore di mille euro, ma questo non ci basta per vivere. Le spese sono tante. Viviamo in una casa in affitto, il contratto prevede 500 euro al mese. Ma noi da mesi ormai non paghiamo, abbiamo 3mila euro di arretrato. Siamo ormai a rischio sfratto. Le utenze le abbiamo staccate, non abbiamo l’acqua calda per lavare i nostri figli, non abbiamo la corrente.
Di fronte a questa situazione ho chiesto aiuto al Ciss e al Comune ma mi hanno chiuso la porta in faccia. Ho parlato della situazione sia con il sindaco Vittorio Ferrero che con l’assessore Antonella Dassano. Mi avevano promesso di aiutarmi, un ulteriore contributo straordinario da parte del Ciss ma nulla. Pochi giorni fa mi hanno comunicato che è stato negato perché può esser erogato una volta sola nell’arco di un anno e che io ne avevo già goduto all’inizio del 2023. Ho chiesto una casa popolare con tre camere da letto, ma mi è stato detto che non ce ne sono. Eppure la gente parla e dicono che grandi vuoti ce ne sono a Crescentino. Perché allora il sindaco non contatta a Atc e sostiene la nostra causa? Perchè promette ma non fa nulla? Qui ci hanno voltato le spalle eppure a Barge era diverso, il sindaco ci ha sempre aiutato. Lì ci avevano dato una casa, ci avevano aiutato ad ottenerla e poi, lavorando, io ho sempre pagato l’affitto per quattro anni. Quando è stato ora del trasloco, anche il quel caso il sindaco ci ha sostenuto economicamente.
Anche nei confronti di mio figlio disabile, a Crescentino non c’è rispetto. I bambini lo prendevano in giro per i suoi problemi fisici. A scuola non è trattato come avveniva a Barge.
Io quello che chiedo al Comune e al Ciss è di riconoscermi ciò mi spetta: un lavoro stabile, una casa popolare e un contributo economico per uscire da questo tunnel di debiti, un sostegno di almeno 5mila euro. Una volta ottenuto ciò, posso camminare sulla mie gambe e mantenere i miei cari: io non disdegno nessun lavoro, qualsiasi esso sia. Voglio vivere regolarmente, senza andare a rubare come qualcuno invece mi ha detto di fare. Anche i carabinieri di Crescentino sono a conoscenza della mia situazione, sono andato anche da loro a dire come vivo.
L’unica cosa che non accetterò mai è dividermi dalla mia figlia: nessuno può pensare di prendere la mia compagna e i miei bambini e di affidarli ad una comunità. Quello mai».