Emergenza cinghiali, danni per 66mila euro

E' un bilancio drammatico quello stilato dal gruppo Cia – Agricoltori Italiani durante l'incontro

Emergenza cinghiali, danni per 66mila euro
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E' un bilancio drammatico quello stilato dal gruppo Cia – Agricoltori Italiani durante l'incontro

E’ stimabile in circa 10mila capi la popolazione di cinghiali che imperversa nelle colline a cavallo tra il Torinese e l’Astigiano, devastando le colture e mettendo in pericolo le attività umane. I danni registrati nel 2016 ammontano a 66mila euro ai quali andrebbero però aggiunti anche quelli subiti dagli agricoltori che hanno ormai rinunciato a denunciare perché scoraggiati. La media di circa mille abbattimenti annui registrati dall’ATC TO05 – l’Ambito Territoriale di Caccia che abbraccia tutta la collina torinese da Moncalieri ai confini con l’Astigiano - non è sufficiente a eliminare quello che è diventato il nemico pubblico numero uno degli agricoltori. Servono nuove e urgenti misure per rendere più efficace il contenimento degli ungulati.

 È stato questo l’oggetto dell’incontro organizzato a Chieri dalla Cia – Agricoltori Italiani di Torino che ha messo di fronte un centinaio di agricoltori locali e le istituzioni competenti, la Città Metropolitana rappresentata dalla Consigliera delegata per la flora e fauna Elisa Pirro e il responsabile del Servizio Agricoltura Mario Lupo e gli ATC TO05, TO04 e TO03 per cui era presente il presidente Pierangelo Cumino. Alla riunione erano presenti anche il presidente provinciale di Cia, Roberto Barbero e il direttore Francesco Amatuzzo.

 Dichiarazione di Roberto Barbero, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani:

“Riteniamo che molto possa ancora essere fatto per risolvere questa piaga che attanaglia l’agricoltura provocando danni enormi ma occorrono la volontà e la collaborazione da parte di tutti. Manca, a mio avviso, una regia che coordini gli abbattimenti previsti dal Piano di contenimento e sarebbe utile introdurre deroghe alle leggi vigenti, in modo da eliminare o ridurre quegli ostacoli che di fatto impediscono in molti casi di abbattere questi animali”.

 

 

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