denunciato

Entra a scuola con un’ascia e grida «Vi ammazzo tutti»

Paura all’alberghiero «Ubertini» di via Ajma

Entra a scuola con un’ascia e grida «Vi ammazzo tutti»

«Vi ammazzo tutti». Sono queste le parole che Bruno C., cinquantenne chivassese già noto alle forze dell’ordine, avrebbe pronunciato brandendo un’ascia all’interno dell’Istituto Alberghiero «Ubertini» di via Ajma, alla periferia di Chivasso, guidato dalla dirigente scolastica Concetta Eleonora Buscemi.

Entra a scuola con un’ascia e grida «Vi ammazzo tutti»

Un momento di «ordinaria follia» che, a parte l’episodio in sé, pone dei seri dubbi sulla sicurezza della scuola.
Tutto è iniziato intorno alle 13 di venerdì 7 novembre, quando come detto l’uomo avrebbe fatto irruzione nell’alberghiero minacciando chiunque gli si parasse a tiro.
Il personale ha subito chiesto l’intervento del 112: i carabinieri sono intervenuti nel giro di pochi minuti, fermando Bruno C. poi accompagnato in caserma per accertamenti.
L’ascia è stata posta sotto sequestro, mentre l’uomo è stato denunciato per minacce e porto di oggetti atti ad offendere.
Stando ad una ricostruzione di quanto avvenuto, sembra che Bruno C. fosse da tempo oggetto di scherno da parte di alcuni allievi dell’alberghiero, e nello specifico da quelli la cui classe si affaccia sull’orto in cui l’uomo è solito trascorrere le giornate con la madre.
Sopporta oggi, sopporta domani, gli insulti di venerdì sono stati per il cinquantenne la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Afferrata l’ascia, è quindi uscito dal proprio giardino entrando a scuola senza trovare la minima barriera: nessun cancello, nessun «campanello» da suonare per farsi aprire dal personale.

La denuncia

A preoccupare non poco l’intero staff dell’Ubertini è il fatto che dopo poco tempo Bruno C. fosse di nuovo al lavoro nel suo orto.
«Non ci sentiamo sicuri – spiegano alcuni docenti – anche perché quell’uomo potrebbe tornare in qualsiasi momento. Ha minacciato tutti quelli che ha incontrato, e sarebbe bastato davvero poco perché accadesse l’irreparabile. Abbiamo colleghi che adesso hanno paura ad uscire la sera: qualcuno si fa addirittura venire a prendere da famigliari. Onestamente non possiamo andare avanti così».
Dall’Ubertini nessun commento, diciamo, ufficiale, anche se la dirigenza avrebbe chiesto alle Forze dell’Ordine una maggiore presenza nell’area.