Eternit bis, Schmidheiny condannato per la morte dell’operaio di Cavagnolo
Pentenero: «Soddisfatta, ma i responsabili scontino le pene». Incombe la prescrizione
Un anno e otto mesi è la pena a cui la Corte di Torino, mercoledì 18 dicembre, ha condannato il magnate svizzero Stephan Schmidheiny per omicidio colposo nel processo Eternit bis legato allo stabilimenti Eternit di Cavagnollo, ma nello specifico si trattava della morte per asbestosi, dell'operaio Giulio Testore, di Cavagnolo avvenuta nel 2008, in appello bis.
Eternit bis, Schmidheiny condannato per la morte dell’operaio di Cavagnolo
Una nuova condanna questa, ma resta sempre, l’incognita di che incombe ovvero la prescrizione. Inoltre la medesima condanna era già stata inflitta due anni fa, poi annullata dalla Cassazione con richiesta di approfondire il nesso causale tra la malattia dell'operaio e la responsabilità di Schmidheiny che gestì il Gruppo Eternit.
Per la difesa impossibile dimostrare quale periodo di esposizione sia stato fatale. Per l'associazione familiari e vittime dell'amianto (AFEVA) in attesa delle motivazioni la sentenza sembra indicare il contrario. Si torna però in Cassazione. Ad aprile il reato cadrà in prescrizione e sarebbe la medesima situazione a cui ci si è trovati davanti nel primo processo Eternit per disastro ambientale. Cresce l’attesa per la sentenza d’appello attesa a febbraio, per i decessi di Casale Monferrato.
Le parole di Pentenero
«Esprimiamo grande soddisfazione per la condanna a un anno e otto mesi inflitta dal tribunale di Torino a Stephan Schmidheiny, patron dell’Eternit, per omicidio colposo. - Dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero - Questa sentenza segna un importante passo avanti nella lunga battaglia per giustizia per le vittime dell'amianto che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa delle scelte irresponsabili di chi ha gestito gli stabilimenti.
In questo caso, però, non si tratta di attendere le condanne, ma, come hanno ricordato le famiglie di un'altra strage sul lavoro come Thyssen Krupp, far sì che i responsabili paghino. Da questo punto di vista ci appelliamo al ministro della giustizia Nordio perché si continui a mantenere alta l'attenzione per la richiesta di giustizie dei familiari.
Riteniamo, inoltre, fondamentale che si continui a lavorare in direzione di una maggiore protezione per la salute pubblica e di un impegno costante nella lotta contro l'amianto.
Il Partito Democratico continua a battersi in tutte le sedi opportune per la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi nei quali operano.
Al centro del processo, che oggi si è celebrato in appello dopo l’annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione, c’era la malattia, e la morte – avvenuta nel 2008 – di Giulio Testore, dipendente nello stabilimento di Cavagnolo fino al 1982.
Ma la decisione fa ben sperare anche sullo stralcio che riguarda le centinaia di vittime di Casale Monferrato, per le quali le udienze riprenderanno nella prossima primavera».