False cittadinanze a Crescentino, il Comune: "Condanna giusta"

"L’indagine, già avviata ad inizio 2020 aveva trovato una spinta ulteriore attraverso le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco".

False cittadinanze a Crescentino, il Comune: "Condanna giusta"
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Condanne per le false cittadinanze a Crescentino. I due dipendenti del Comune di Crescentino, Annalisa Aresi e Stefano Masino sono stati condannati a 6 anni di reclusione. Stessa condanna anche per Simona Frassini  e 5 anni invece per Raphael Bussolo (figlio di Frassini).

Condannati per false cittadinanze a Crescentino

Condannati a 6 anni di carcere i due impiegati comunali Annalisa Aresi e Stefano Masino. Stessa pena anche per Simona Frassini e 5 anni per il figlio Raphael Bussolo per false cittadinanze a Crescentino.
La condanna è per corruzione per 79 atti contrari  d'ufficio dichiarando falsità, immediata cessazione del rapporto di lavoro, riconosciuto anche il capo d'accusa di associazione a delinquere (richiesta avanzata dalla parte civile) e risarcimento provisionale al Comune di Crescentino per 25 mila euro. Il Comune di Crescentino si è costituito Parte Civile con l’avvocato Cosimo Palumbo.

Il commento del Comune di Crescentino

"Il Sindaco della Città di Crescentino Vittorio Ferrero, unitamente a tutta l’Amministrazione comunale, prendono atto della sentenza emessa in data odierna dal Tribunale di Vercelli che ha condannato i due dipendenti comunali coinvolti nelle vicende giudiziarie dell’Ufficio Anagrafe per tutti i 79 episodi di corruzione per atti contrari ai propri doveri d’ufficio. La condanna riguarda anche il reato di associazione per delinquere per il quale vi era stata la richiesta di assoluzione da parte del Pubblico Ministero mentre il legale di parte civile, avv. Cosimo Palumbo, aveva richiesto la condanna anche per quest’ultimo reato, richiesta accolta dal Collegio. - Affermano dal Comune - "Il Tribunale ha dichiarato inoltre la falsità di tutte le cittadinanze oggetto dei capi d’imputazione rilasciate in favore delle persone brasiliane che avevano avviato le pratiche tramite l’Agenzia di Verona, i cui titolari sono stati anch’essi condannati, e di cui una parte ha alloggiato presso le proprietà immobiliari di uno dei due dipendenti comunali.
Il Comune ritiene quindi che la qualificazione dei reati operata dal Tribunale sia corretta ed in adempimento a quanto disposto dallo stesso circa la cessazione immediata del rapporto di lavoro avvierà le conseguenti procedure di licenziamento.
Si ricorda che l’indagine, già avviata ad inizio 2020 dalla Squadra mobile di Vercelli, aveva trovato una spinta ulteriore attraverso le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco successivamente ad alcuni fatti riscontrati nei giorni del lockdown di aprile 2020 durante la consegna delle mascherine alla cittadinanza.
Si rimarca, infine, quanto il Comune in tutto questo tempo abbia dovuto sopportare un ingente peso economico ed organizzativo e, soprattutto, quanto dovrà ancora sopportarne".