Massima allerta dell’Arma

La truffa del falso incidente, in pochi istanti derubano un'anziana

Il racconto della figlia di una vittima e tre colpi tentati a Crescentino

La truffa del falso incidente, in pochi istanti derubano un'anziana
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Quella del falso incidente, per cui la vittima di turno è invitata a consegnare tutti i propri beni evitando così che il proprio figlio o nipote finisca in carcere, è una delle truffe più terribili tra quelle commesse ai danni degli anziani.
Eppure è una di quelle più diffuse, come dimostrano le denunce presentate alle forze dell’ordine negli ultimi tempi.

La truffa del finto incidente

«Signora, sua figlia ha avuto un brutto incidente stradale. Ha investito e ucciso un bambino. Se non paga finirà in carcere».
Sono queste, grossomodo, le parole che la signora Teresa (il nome è di fantasia) ha ricevuto nella prima mattinata dello scorso giovedì al telefono fisso. Dall’altra parte della cornetta una donna che si è presentata come l’addetta del presunto «ufficio cauzioni». L’hanno sin da subito spaventata, messa in una condizione di soggezione mentale per farle rispettare gli «ordini». Tra cui quello di non provare a contattare nessuno, «tanto meno sua figlia che tanto si trova in stato di fermo dai carabinieri». E la donna, temendo di perdere e di non rivedere più sua figlia - colpevole (a dire della donna) di aver investito e ucciso un bambino - è stata letteralmente travolta da quelle frasi, da quella minaccia di perdere quanto per lei di più caro, la sua famiglia.
«Le hanno telefonato alle 10 del mattino - racconta la figlia Manuela, che vive a Mazzè -. Prima ha parlato con questa donna che si è presentata come la responsabile dell’ufficio cauzioni, poi con un presunto avvocato. Un uomo che, dal linguaggio forbito, ha travolto mia madre di norme, leggi, senza neanche darle il tempo di riflettere e ragionare».
Una cauzione da «52 mila euro - aggiunge la figlia -. Tanto avrebbe dovuto pagare mia madre per non farmi finire in carcere per un incidente che, ovviamente, non c’è mai stato. Le hanno dato appuntamento di fronte a un supermercato vicino casa sua. Mia madre non esce di casa da anni e ha evidenti difficoltà a deambulare. Qualcuno, vedendola in difficoltà, le ha persino chiesto se avesse bisogno di aiuto. Lei ha detto quale indirizzo avrebbe dovuto raggiungere, ma qualcuno le ha detto che quel civico di quella via non esisteva nemmeno».
Così la donna è riuscita a tornare a casa, ma ha ricevuto l’ennesima telefonata - una quarantina in tutto nell’arco di un paio d’ore - per il sollecito alla consegna dei beni. «Le hanno detto di mettere tutto quello che aveva, tra denaro e preziosi in un sacchetto. Ma un sacchetto che non fosse trasparente, di infilare tutto in un sacchetto del pane. Tutti risparmi di una vita e preziosi che aveva incasellato in una vita di sacrifici. Si è salvata solo la fede nuziale che non si è tolta dall’anulare».
In quel sacchetto c’erano, appunto, tutti quei risparmi e preziosi che sarebbero serviti a pagarsi un funerale dignitoso, a “regalare” il costo del conseguimento della patente a sua nipote. Tutti ricordi di una vita svaniti in un attimo. Quando, solo nel pomeriggio, la figlia è riuscita a parlare con sua madre l’anziana donna ha detto «Sono contenta che voi stiate bene». «Non sapevamo nulla - prosegue Manuela - le era stato detto di non provare a chiamarmi e così ha fatto. Temeva di non vederci più. Mi ha detto che ha pregato per oltre due ore Sant’Antonio che veramente potesse toglierci da un brutto guaio mai accaduto.
Da non credente, confido nella giustizia e nella “sacra legge del boomerang”».

Casi simili sono accaduti nei giorni scorsi tra Cavagnolo e Brusasco.

Il falso carabiniere

A Crescentino, invece, un «falso carabiniere» ha tentato di truffare tre anziani.
Con distinte telefonate, nella giornata del 16 giugno, il malvivente ha contattato tre pensionati di 90, 84 e 79 anni prospettando loro la solita grave difficoltà in cui si sarebbe trovato un loro figlio a seguito di un incidente stradale, ribadendo anche la possibilità di un arresto per avere causato dei feriti. Ovviamente, l’arresto sarebbe stato scongiurato versando come cauzione tutto ciò che era in loro possesso, tra denaro, monili ed altri oggetti di valore, che sarebbero stati ritirati di lì a poco da un avvocato.
La truffa, in questo caso, è andata a vuoto: tutti e tre gli anziani avevano infatti partecipato a a degli incontri informativi su questo fenomeno, tenuti dai Carabinieri Crescentino nei circoli e all’Università della Terza Età.
L’attenzione, comunque, deve rimanere alta, poiché questo episodio dimostra che i tentativi di truffa vengono commessi addirittura «a strascico», ovvero effettuando telefonate in serie, recitando sempre la stessa triste commedia, finché si trova un soggetto più debole, o meno informato, degli altri che abbocca.

La prevenzione dell’Arma

Quello del fenomeno dei reati predatori e, in particolare, del contrasto ai reati nei confronti delle persone più deboli e fragili della società è sin da subito stato un motivo di grande lavoro e di sollecitazione, al personale dell’Arma dei Carabinieri di Piemonte e Valle d’Aosta, da parte del Generale di Brigata Antonio Di Stasio, Comandante da esattamente un anno della Legione. Un impegno che è emerso, anche di recente «con l’attività conclusa dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cuneo che ha dato attuazione all’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro soggetti di etnia sinti responsabili del reato menzionato, il cui modus operandi era quello di presentarsi a casa delle vittime fingendosi operatori dell’Enel, carpendo la loro fiducia per poi sottrargli denaro e preziosi, il cui valore affettivo spesso andava al di là del reale valore economico», esordisce il Generale di Brigata Di Stasio. «Il Comando Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta”, accanto a questa e a tante altre attività prettamente repressive, ha iniziato a condurre un’intensa campagna di prevenzione per sensibilizzare le persone anziane, diffondere il più possibile la conoscenza di tale fenomeno e aiutare le potenziali vittime a difendersi, dando massimo impulso a una serie di attività informative e divulgative, realizzate a livello Regionale, con l’intento di creare un rapporto biunivoco e reciproco tra l’Arma dei Carabinieri e i cittadini».

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