Famiglia di Verolengo non vuole dividere la casa con i profughi

"L'alloggio è piccolo e due stanze sono inutilizzabili".

Famiglia di Verolengo non vuole dividere la casa con i profughi
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Famiglia di Verolengo non vuole dividere la casa con i profughi. Abitano ormai da quattro anni in quell’alloggio presente all’interno dello stabile delle scuole medie di Verolengo, in piazza Sandro Pertini 1.

Non vuole dividere la casa con i profughi

Famiglia di Verolengo non vuole dividere la casa con i profughi. Un alloggio che gli era stato concesso dall’Amministrazione guidata dall’allora sindaco Rosanna Giachello perché si trovavano in emergenza abitativa. Angelo Arena e la moglie Paola Tomezzoli, infatti, attraverso gli assistenti sociali, avevano chiesto aiuto al Comune perché non avevano una casa dove abitare e avevano bimbo piccolo e una in arrivo. Così il Comune gli aveva concesso quella che una volta era la caserma dei Vigili del Fuoco di Verolengo. Lì hanno portato i loro arredi e la cucina. Lì hanno cresciuto i loro due figli che oggi hanno rispettivamente 6 e 4 anni.

Parla la coppia

«L’alloggio è piccolo - spiega la coppia -. Viviamo in 4 in 36 metri quadri perché una stanza, quella dove subito avevamo pensato di realizzare la camera da letto matrimoniale, è inutilizzabile. Ci sono delle perdite d’acqua e quando piove, dunque, entra all’interno. E ora, dopo la visita di qualche settimana fa del vicesindaco Roberto Giglia, dell’assessore Agostino Viano e di alcuni dipendenti comunali, siamo venuti a conoscenza che dovremmo condividerlo con tre profughi che sono già presenti a Verolengo. Ci chiediamo se si rendono conto in che condizioni viviamo. Vero che ci sono due stanze chiuse, che non  sono state concesse a noi però con queste tre persone dovremmo condividere la cucina, il salotto e il bagno che è minuscolo. Come pretendono che noi dividiamo con loro questi spazi? Noi abbiamo la nostra cucina con le nostre stoviglie. I nostri arredi e in bagno tutto il necessarie per un’adeguata igiene. Secondo il vicesindaco noi dovremmo sederci al tavolo con loro e mangiare? Perché? Noi quattro anni fa siamo entrati in questo alloggio perché eravamo in emergenza abitativa. In tutti questi anni avrebbero dovuto trovarci una soluzione. Abbiamo contattato anche la Lega di Ciriè e Collegno e ci hanno detto la stessa cosa. Invece siamo ancora qui. C’è chi ha avuto la casa popolare nell’ex Municipio, perché alla nostra famiglia non è stata mai assegnata? Abbiamo vinto un bando per ottenere un alloggio a Brusasco. Dopo vari rimpalli tra gli uffici siamo andati da Atc a Torino dove ci hanno spiegato che è il Comune di Brusasco a doverci assegnare l’alloggio. Poi firmeremo il contratto da Atc. Dunque, il Comune di Verolengo non può aspettare che ci diano quell’appartamento? Noi non ci stiamo a condividere questo alloggio con altre persone».

Le condizioni

«Questo edificio andrebbe ristrutturato - ha spiegato ancora Arena mentre mostre le stanze -. E’ mai possibile che dobbiamo dormire tutti e quattro in un’unica stanza con un letto matrimoniale attaccato ad un singolo perché una stanza è inutilizzabile? Piove anche nella scala che porta all’appartamento perché i serramenti sono vecchi. Senza contare che in una parte della cucina mancano anche le piastrelle perché sono cadute mentre facevano i lavori per cambiare la caldaia l’anno scorso. Una caldaia vecchia che si è rotta. Noi chiediamo solo una casa per far crescere i nostri figli e siamo pronti anche a pagare un affitto visto che ora abbiamo come entrata il reddito di cittadinanza pari a 900 euro»

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