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Famiglie sfrattate dalle «Case Bianco», Sellaro apre le proprie porte

Intanto Ferrero sta lavorando affinché possano ottenere gli alloggi di edilizia popolare

Famiglie sfrattate dalle «Case Bianco», Sellaro apre le proprie porte
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Sono giorni difficili per due famiglie che sono state sfrattate dagli alloggi in via Mazzini 11, le cosiddette «Case Bianco».

Famiglie sfrattate dalle «Case Bianco»

Proprio nel giorno dello sfratto, mentre le famiglie piangevano per dover lasciare la propria casa insieme ai figli ancora minorenni, è giunto sul posto Salvatore Sellaro, capogruppo d’opposizione, per cercare di comprendere la situazione e trovare una soluzione.

Nel giro di pochi minuti, dopo le sue richieste di intervento, sono arrivati anche il sindaco Vittorio Ferrero e i Carabinieri della locale stazione di Crescentino per capire la vicenda e dare a questi nuclei un luogo sicuro nel quale stare.
È stato un momento importante, poiché le autorità hanno potuto confrontarsi con le famiglie e constatare le condizioni degli alloggi, dove vivono anche bambini molto piccoli.

«Sulla situazione degli alloggi, sarà mia cura verificare con gli uffici comunali», ha spiegato il sindaco Vittorio Ferrero.

«Sul tema degli sfratti, invece, le due famiglie coinvolte sono già nella graduatoria per l’assegnazione di edilizia popolare. Sarà nostra cura, nell’arco delle prossime settimane, assegnare loro in via emergenziale gli alloggi, come d’altronde concordato con le famiglie, i Carabinieri e anche il consigliere Sellaro».

Mentre Ferrero percorre la strada dell’assegnazione in emergenza, Sellaro ha aperto le porte di casa sua, offrendo un aiuto concreto.

Sellaro apre le proprie porte

«Sono disponibile, visto che la casa è grande, a ospitare tutti i bambini, di qualsiasi etnia. Li ospiterei gratis, giocherebbero nel cortile, mangerebbero la verdura che ho piantato».

Ha poi aggiunto con forza rivolgendosi al sindaco Ferrero: «Deve tornare la legalità. La povera gente, i disperati, i dannati della terra devono esser trattati come qualsiasi altra persona, non deve interessare il colore della loro pelle, la lingua che parlano o la fede in cui credono. Le persone che non lo fanno, io le ho sempre combattute e continuerò a combatterle».

«In quella zona invece è nato una specie di ghetto, dove nessuno dovrebbe viverci per le condizioni in cui versano gli alloggi. Ecco perché sono disponibile ad aprire le porte di casa mia, quella che con mia moglie ho costruito» ha concluso il consigliere di opposizione.