Flash mob in memoria di Andrei, «Morto sulla strada della libertà»
A Borgo Revel è attesa anche la mamma del bimbo travolto dal treno
«Andrei è diventato il simbolo di quello che potrebbe accadere agli altri bambini tolti ingiustamente alla loro famiglie». Rachele Sacco, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Adelina Graziani, da anni si batte affinché il sistema tuteli i bambini e le famiglie in difficoltà, e lotta affinché il sistema degli affidi non tolga un figlio alla propria mamma e papà solamente perché hanno difficoltà economiche.
Flash mob in memoria di Andrei
E proprio per dar voce alla tragedia di Borgo Revel, affinché quello che è accaduto in quella fredda serata di gennaio non venga scordata, l’associazione Adelina Graziani e «Famiglie per i bambini Piemonte» ha promosso un flash mob davanti alla Comunità Mafalda per la mattinata di oggi, sabato 27 gennaio. I rappresentanti delle associazioni, la mamma della piccola vittima, e così molti altri sostenitori di questi pensieri saranno lì, dalle 11.30 alle 13, per ricordare Andrei morto, come scrivono proprio gli organizzatori sul volantino, «Sulla strada della libertà perché privato della sua famiglia».
«Morto sulla strada della libertà»
«Il messaggio è chiaro - spiega ancora Sacco che sabato sarà al fianco della mamma - Andrei non è certamente il primo bambino che scappa da una comunità per ritornare dalla famiglia.
E un bambino che scappa da una comunità per tornare a casa non lo fa se è vittima di violenza da parte dei genitori. Ma lo fa perché i suoi genitori gli vogliono bene. E Andrei voleva solo tornare dalla sua mamma, una donna che non lo maltrattava. La sua tragedia deve far riflettere le Istituzioni e il sistema, deve cambiare il modo di agire quando ci si trova di fronte a famiglie la cui unica colpa è di vivere un disagio economico. Bisogna smetterla di agire solo per voci o segnalazioni di vicini, bisogna verificare ed esser certi delle violenze prima di togliere un bambino ad una mamma e ad un papà. Un semplice litigio tra due genitori non può portare all’allontanamento, questo noi non possiamo accettarlo.
Quello che oggi in molti casi accade è un’ingiustizia verso le famiglie, verso questi piccoli. Quello che è accaduto ad Andrei deve far riflettere, deve aprire gli occhi e avviare ad una modifica del sistema».
Perplessità nei giorni scorsi sull’accaduto sono state sollevate anche dall’assessore regionale Chiara Caucino.
Il sindaco
Contattato il sindaco di Verolengo, Luigi Borasio commenta: «Sono d'accordo che certe situazioni siano discutibili, ad esempio conosco la situazione di un bambino tolto ai genitori perché anziani. A quel punto sarebbero tanti i bambini da togliere per ragioni peggiori rispetto all'età della mamma e del papà. La legge andrebbe rivista nell'intero suo corpo. Nel caso specifico di Andrei, che fosse stato tolto per motivi di qualsiasi genere non è il problema, quel che è successo, è accaduto perché lui è scappato. Semmai si deve verificare se la struttura risponda a certe caratteristiche, io come ho detto già è da tempo che non entro al suo interno. Ma non è nemmeno il mio ruolo giudicare se rispetta quanto previsto e trovare un responsabile all'accaduto. Credo però che questo non sia il contesto per manifestare. Capisco che si possa pensare che questa sia l'occasione per dare eco, ma prima andrebbe letta bene la legge e poi se c'è qualcosa da migliorare, ben venga.
Se riuscirò ad esserci, parteciperò ma al momento ho già un impegno che non so se potrò rimandare».