Furbetti del cartellino all'agenzia delle entrate di Torino

Altre tredipendenti ai domiciliari, dopo i due scoperti lo scorso giugno.

Furbetti del cartellino all'agenzia delle entrate di Torino
Pubblicato:
Aggiornato:

Furbetti del cartellino, scoperti altri tre dipendenti nel secondo filone delle indagini.

Furbetti del cartellino

Questa mattina, lunedì 23 aprile, i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Torino, ritenuti responsabili di aver indebitamente percepito denaro senza effettivamente adempiere ai compiti per i quali erano appunto pagati.

Tre dipendenti ai domiciliari

I tre sono indagati per truffa aggravata, false attestazioni sulla presentazione in servizio e falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale. Questi infatti  timbravano il badge attestando di uscire per la missione e poi di essere rientrati a lavoro compiuto quando in realtà non era così e poi ogni quadrimestre compilavano le schede di rilevazione, attestando di aver eseguito i sopralluoghi.
I tre pubblici dipendenti appartengono allo stesso ufficio già interessato, per gli stessi motivi, da altre due misure di custodia cautelare eseguite lo scorso giugno a indirizzo di altri due dipendenti, ora licenziati.

Le indagini hanno rilevato come nel periodo fra luglio 2015 e luglio 2017, i funzionari indagati in questa occasione dunque percepivano non solo il normale stipendio ma anche l’indennità di missione (che, appunto, poi non eseguivano), oltre ai buoni pasto. Esattamente come quanto emerso per i due colleghi scoperti lo scorso giugno.

La prima indagine

Nel marzo 2016 l’allora Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, Dott.ssa Paola MURATORI, ha comunicato a militari del Nu. Inv. di avere il “fondato dubbio” che due funzionari – incaricati della rilevazione delle schede per l’analisi dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) – potessero essere dediti ad attività incompatibili con il pubblico impiego, anche in orario di servizio.
L’indagine, di natura tecnica e con la proiezione di personale sul territorio, ha portato ad accertare quanto ipotizzato consentendo all’Autorità Giudiziaria, di spiccare, nel giugno 2017, a carico dei due funzionari, un’Ordinanza della Misura Cautelare degli arresti domiciliari, per i reati di truffa aggravata, false attestazioni sulla presentazione in servizio e falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale.

Seguici sui nostri canali