Galantuomo o pedofilo? Tutta Chivasso aspetta di conoscere la verità
L'accusa è di molestie sessuali nei confronti di una ragazza di 15 anni
L'accusa è di molestie sessuali nei confronti di una ragazza di 15 anni
Presenza fissa in Duomo (almeno fino a qualche tempo fa) e legato alla cultura chivassese.
Il destino dell’uomo, poco meno di 70 anni, è nelle mani del gup del Tribunale di Ivrea Marianna Tiseo, che lo scorso giovedì ha affrontato il caso in udienza.
L'uomo, molto conosciuto in città e come detto attivo nella vita parrocchiale, avrebbe approfittato della ragazza mentre entrambi si trovavano in Francia nell'estate del 2015. La giovane gli era stata affidata in custodia dai genitori, che mai avrebbero pensato potesse avvenire una cosa del genere.
Secondo alcune indiscrezioni emerse dalle indagini, condotte ovviamente nel massimo riserbo dagli inquirenti eporediesi, avrebbe toccato nelle parti intime la giovane, pronunciando parole volgari, poi avrebbe iniziato a masturbarsi davanti a lei.
Da quel momento la vita della ragazzina non è stata più la stessa.
Al rientro in Italia, la quindicenne ha iniziato a frequentare uno psicoterapeuta, ed è stato proprio lui a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Torino (anche se gli episodi contestati sarebbero avvenuti in Francia) affinchè la giustizia facesse il suo corso.
Il fascicolo è stato poi trasferito al pubblico ministero Chiara Molinari, della Procura eporediese, che ha condotto le indagini e chiesto al tribunale il rinvio a giudizio dell'uomo.
«Si tratta di una vicenda davvero molto delicata sotto molteplici punti di vista – spiega lo psicoterapeuta Marco Ammoscato, che ha in cura la giovane – la paziente mi ha segnalato di essere stata vittima di un reato e come m'impone il codice di deontologia ho presentato un esposto. Chiarire i fatti a livello giudiziario non è compito mio, io ho semplicemente raccontato agli inquirenti quanto riferito dalla giovane».
La ragazza, che oggi ha diciassette anni, è assistita dall'avvocato Ilaria Quintavalle del foro di Grosseto che supporta la giovane in questa lunga battaglia per ottenere giustizia e ricostruirsi una vita uguale a quella delle sue coetanee: «La mia assistita e i suoi familiari – spiega la legale - pretendono il massimo riserbo su questa vicenda poiché si tratta di episodi molto dolorosi per tutti».