Ha i documenti italiani, ma per lo Stato è un fantasma: la storia di Georgel

L'uomo, 40 anni, vive con la famiglia a Settimo dal 2009, ma per l'anagrafe lui non esiste. 

Ha i documenti italiani, ma per lo Stato è un fantasma: la storia di Georgel
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Ha i documenti italiani, ma per lo Stato è un fantasma: la storia di Georgel. L'uomo, 40 anni, vive con la famiglia a Settimo dal 2009, ma per l'anagrafe lui non esiste.

La storia di Georgel

«Sono arrivato in Italia nel 2007. Prima sono stato in Sicilia, dove viveva mio fratello, poi sono venuto a Settimo, dove ho vissuto al Dado dal 2009 al 2015. Ho sempre lavorato perché il mio unico obiettivo era, ed è tuttora, quello di poter garantire ai miei figli, che stanno crescendo qui, un futuro migliore e onesto». Non mancano però le difficoltà e gli ostacoli.
«Ho quattro figli - prosegue Georgel Gheba - due sono nati in Romania, ma sono arrivati qui in Italia quando erano piccoli, mentre gli altri due sono nati qui. Proprio andando in Comune per fare documenti ho scoperto che i due più grandi (che hanno 15 e 13 anni), non erano neanche inseriti all’interno del nucleo familiare. Praticamente non risultavano da nessuna parte». E qui sta il paradosso. «Già - continua ancora Georgel - perché stanno facendo tutte le scuole qui. Hanno la tessera sanitaria (che scade nel 2022, ndr) e il medico di famiglia, come tutti. Mia figlia più grande sta ottenendo anche degli ottimi risultati a scuola, ora sta frequentando il liceo, ma in terza media è stata premiata anche con una borsa di studio da parte del Rotary. Stiamo facendo grossi sforzi per poter garantire ai nostri figli la possibilità di studiare. Non è facile. Per fortuna però ci sono anche persone che si stanno aiutando e che ringrazio».

Per lo Stato è un fantasma

La sua storia potrebbe essere definita al limite del paradossale. Lui vive in Italia dal 2007, abita a Settimo dal 2009, ha tutti i documenti fatti nel nostro paese ma per lo Stato al momento è come se fosse un vero e proprio «fantasma».
«Voglio avere delle spiegazioni - racconta Georgel - non so davvero cosa fare. Abito in via Aragno, ho sempre avuto la carta d’identità e la residenza. A gennaio sono andato in Comune per rinnovare proprio la carta d’identità, che stava scadendo, ma ho scoperto che mi era stata tolta la residenza già dal primo agosto 2018, perché risultavo come irreperibile. Come è possibile? Io sono sempre stato qui. Ho sempre vissuto regolarmente. Nessuno mi aveva detto nulla. La sera non riesco più a dormire perché non capisco cosa sia successo e non riesco ad ottenere una spiegazione logica». Quella della residenza però è soltanto uno dei disagi a cui Georgel sta cercando di far fronte.

La sua determinazione

Gheba è sicuro di avere ragione e vuole andare avanti nella sua battaglia, per difendere i suoi diritti e garantire delle opportunità ai suoi figli. «Ho sempre lavorato duramente, mi sono sempre dato da fare. Io non punto il dito contro nessuno, ma da cittadino che ha scelto Settimo come città dove vivere e dove costruire un futuro per la propria famiglia, voglio avere delle spiegazioni da parte di chi di dovere. Purtroppo abbiamo delle difficoltà, era mia intenzione anche partecipare alla graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare, ma senza un documento valido non posso».

Dal Comune

«Ho avuto modo di incontrare il sindaco Fabrizio Puppo - racconta Gheba -, speravo di poter trovare una soluzione al problema, invece mi trovo ancora in un vicolo cieco. Il sindaco mi ha spiegato quanto prevede la legge. Dovrei tornare in Romania per farmi un documento di residenza nel mio paese d’origine. Ma come faccio? Qui ho i miei figli che vanno a scuola».
Intanto, il sindaco Puppo spiega: «Ci sono delle normative che non dipendono da me ma sono stabilite dalla legge. Per quello che possiamo fare e che ci compete certamente interverremo per dare loro una mano. la loro situazione è seguita anche dal servizio sociale».

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