a saluggia

«Ho rinnegato per anni la mia omosessualità: a settembre mi sposerò con la mia fidanzata»

Paola Tecchio, dopo un episodio di bullismo, ha cercato la felicità con un uomo per molto tempo.

«Ho rinnegato per anni la mia omosessualità:  a settembre mi sposerò con la mia fidanzata»
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L’omosessualità non deve essere più un tabù. Una persona gay o lesbica non si deve più nascondere, non deve più reprimere il proprio essere.  E proprio per questi diritti che le associazioni ArciGay di tutto il mondo hanno lottato. Tra queste anche il gruppo «Rainbow» Vercelli-Valsesia di cui da pochi giorni fa parte anche la saluggese Paola Tecchio, nominata vicepresidente.

Omosessualità nascosta

Lei si chiama Paola Tecchio, ha 42 anni e  tra poche settimane convolerà a nozze con l’amore della sua vita, la persona che la fa sentire completa, Milena Milly Cavalli.

La storia di Paola

Paola ci racconta la sua infanzia e quella giovinezza vissuta rinnegando la sua omosessualità, aspetto che ha «scoperto» solo pochi anni fa.
«Ero molto molto giovane quando sono stata vittima di bullismo, un atto che non era legato al mio orientamento sessuale perché quando è accaduto avevo tra i 7 e gli 8 anni. Comunque era successo che un mio compagno mi aveva preso di mira, non si sapeva all’epoca come nemmeno oggi, il motivo. Aveva però associato questo astio nei miei confronti ad una parola che io ho eliminato dal vocabolario fino all’età di 30 anni, cioè la parola lesbica. Io a 8 anni non ne conoscevo il significato, e nemmeno quei compagni che mi deridevano perché quando ho chiesto loro il significato, lo ignoravano. Questo episodio è però rimasto dentro di me. Crescendo ho compreso che provavo attrazione verso le ragazze, andavo completamente in blocco. E ovviamente a 13/14 anni il significato di quella parola lo sapevo e lo rifiutavo perché pensavo che se avessi ammesso di essere lesbica avrei “preso botte”. Mi sono fatta una vera e propria violenza psicologica da sola. Tant'è che per due volte ho provato ad avere una famiglia tradizionale ma avevo, sempre tra mille problemi, il sentore di non essere totalmente felice. E con i due uomini con i quali ho provato ad essere una “donna normale” ho avuto anche due figli.
Finita però la mia seconda relazione, ho incontrato una donna di cui mi sono innamorata.
Solo così ho capito la differenza, ho capito cosa significava essere felice. Dopo questa prima esperienza ne ho avute altre sino a quella attuale. Con Milly ho trovato la mia metà e ci sposeremo a settembre a Saluggia».

La decisione di rendere ufficiale la sua omosessualità

Per anni Paola ha taciuto a tutti la sua omosessualità, non l’aveva mai confessato a nessuno: «Ho fatto coming out con i miei genitori 4 anni fa, dopo aver conosciuto la mia attuale compagna, cioè quando ho capito che era un rapporto serio. Devo dire che i miei cari hanno reagito bene, mia mamma forse era spaventata per i miei figli, paura che avevo anch'io, cioè che il paese non reagisse bene e ci potessero essere delle ripercussioni. Invece devo dire che dai saluggesi non ho mai subito nessuna ripercussione, anzi mi hanno sempre dimostrato di accettare la cosa. I miei figli sono bene integrati nella comunità, i genitori dei loro amici li lasciano da noi. Erano paure solo mie, infondate. Siamo sempre state tranquille e siamo felici.
Come l’ho detto ai miei figli? Daniele, il più grande aveva quasi 17 anni, avevo paura perché è un'età particolare ma non aveva senso nasconderlo e così gli ho detto la verità, che avevo una relazione con una donna. E lui tranquillamente mi ha risposto: "Mamma a me non importa, l'importante che ti renda felice". Io penso che le nuove generazione siano più propense alla tolleranza. Avevo paura anche per gli amici, la sua compagnia: ma nulla, mi hanno sempre trattato allo stesso modo, sempre con molto rispetto.
Al più piccolo abbiamo aspettato a dirlo.
Per lui Milly era una mia amica. Poi gli ho detto la verità, gli ho detto che era la mia fidanzata. E lui l’unica cosa che mi ha detto è che non potevamo avere figli. E poi ha voluto che lei venisse a vivere qui. E’ legatissimo a lei. Milly lo porta a scuola, al centro estivo. Loro stanno molto insieme e la chiama Mami, Mamma Milly. E' stata una scelta sua, non è mai stato imposto nulla».

Una storia nata sul web

La storia tra Paola e Milly è nata sul web: «Abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno. C'è stata una sintonia perfetta e abbiamo compreso che eravamo interessate l’una all’altra, oltre l'amicizia. Così ci siamo incontrate. Così è iniziata la nostra storia. Per due anni ci siamo viste solo nel fine settimana, per via di famiglia e lavoro. E poi lei era di Lodi. Alla fine siamo andate a convivere, lei si è trasferita a Saluggia».
La reazione con il mio secondo compagno è finita prima che io “sperimentassi” la mia omosessualità. Ovviamente quando ho iniziato la relazione con Milly lui si è trasferito. Lui e Milly hanno un rapporto civile e non ha mai bloccato l'incontro tra lei e nostro figlio. Forse lui si era accorto prima di me...».

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