durante l'alluvione

I 25 anni del ponte Bailey

Una grande opera molto utile per la Collina chivassese.

I 25 anni del ponte Bailey
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25 anni dalla costruzione del Bailey, Si tratta di un’opera molto importante per la Collina Chivassese che dopo la caduta del Ponte sul Po era rimasta isolata da Chivasso.

I 25 anni del ponte Bailey

La caduta del ponte è stata causata dagli eventi alluvionali del novembre 1994. Una pagina di storia indelebile per il territorio che il sindaco di San Sebastiano Beppe Bava ripercorre: «Era il 5 novembre 1994, da giorni si sta abbattendo sul nostro territorio una pioggia copiosa, mentre mi reco in Comune dove è convocato il Consiglio Comunale noto che dalle strade che si inerpicano verso la collina scende copiosa l’acqua portando con se ghiaia, rami, terriccio che si depositano sul selciato della provinciale creando pericolo alla circolazione. Dopo il consiglio con i miei colleghi andiamo a fare un giro di perlustrazione, i rii, i fossi stanno straripando, torniamo al magazzino dei cantonieri e carichiamo tutti i cartelli di pericolo disponibili per distribuirli nei luoghi maggiormente pericolosi. Nel pomeriggio iniziano le telefonate: ho la cantina allagata, il garage, verso sera il Po inizia a far paura. I proprietari delle abitazioni che sorgono lungo la statale, al livello del fiume iniziano ad avere i piani terreno allagati e in tutta fretta cercano di trasferire ai piani superiori tutto il possibile. Convoco urgentemente tutto il mio gruppo consigliare, e cercando di non cadere nella confusione, iniziamo a dare aiuto a chi ne ha bisogno».

La situazione a novembre 1994

La situazione era davvero drammatica in quelle ore come sottolinea Bava: «C’è la stalla, il porcile da evacuare, si contattano le aziende che dispongono di mezzi idonei affinché li mettano a disposizione. Inizia la preoccupazione, non ci sono piani di intervento, si improvvisa, è buio: un allevatore di cani non vuole liberarli: sono il suo reddito, una famiglia non vuole abbandonare casa, intanto all’altezza del ponte della ferrovia l’acqua invade la statale, la attraversa ed inizia ad invadere l’Abate. In tanti lavorano, in tanti curiosano, chiacchierano e mentre sto animatamente mandando a quel paese uno di questi dalla radio dell’auto dei carabinieri che è ferma vicino a me apprendiamo: “E’ crollato il ponte di Chivasso”. Da quell’istante la vita degli abitanti del lato destro del fiume Po cambia. Non ce ne rendiamo conto, continua la nottata di interventi e di aiuti a tutti coloro che sono invasi dall’acqua. Il mattino successivo, con gli occhi gonfi per la fatica ed il sonno andiamo a verificare di persona. Chivasso è sull’altra sponda, per raggiungerlo si deve andare a San Mauro Torinese».

Il comitato della Collina

Iniziano i contatti fra sindaci, lunedì mattina tutti a Chivasso. Ognuno ha la sua idea: prevale quella che si deve sollecitare urgentemente la ricostruzione, nel frattempo si riorganizzano i trasporti, e l’esercito installerà un traghetto. «Nasce il comitato della Collina che dopo alcuni contrasti si allinea ai sindaci, idee, promesse, ma intanto praticamente tutto è fermo - prosegue nel suo racconto il sindaco di San Sebastiano da Po. In località Caserma viene installata una tenda presidiata 24 ore su 24 per segnalare i disagi della popolazione, si raccolgono firme fino a quando si decide di usare i “mezzi forti” e martedì 7 marzo 1995 “La carica dei 1.000” come titolava La Nuova Periferia partendo da San Sebastiano via collina e da Chivasso via Superstrada circa 400 automezzi si incanalavano, congiungendosi a Settimo verso il centro di Torino. Qui i sindaci ed i rappresentanti del comitato e dell’Ascom venivano ricevuti dal prefetto Galati e dal suo vice Forlani che avrà un ruolo rilevante in tutta la ricostruzioni. Presenti l’onorevole Vietti, gli assessori Provinciali Cambursano e Campia in rappresentanza del presidente Ricca. La provincia stanzia 1.200.000.000 di lire per la realizzazione di un ponte Bailey. Tutti quanti ci trasferiamo in Regione ricevuti dall’Assessore Cavallera e qui si entra nei dettagli e l’ingegnere capo della provincia Nicola interviene: “San Sebastiano e Verolengo nel 1949 sono stati uniti da un traghetto e la strada anche se ora inesistente è provinciale, la si potrebbe ridisegnare, realizzare e collegare le due sponde con un Ponte Bailey”. Detto fatto: lunedì 10 aprile l’impresa CO.GE.FA entra in azione per ridisegnare la strada e predisporre i basamenti su cui i militari del Genio pionieri di Cremona poseranno il ponte. Inizialmente è previsto un ponte ad una sola corsia lungo 192 ml., Le trattative e la spinta delle popolazioni convince della necessità di avere le due corsie e dalla prefettura vengono stanziati altri fondi e si giunge a 2.200.000.000. Arrivano le piogge, ci sono problemi burocratici, ostacoli si va a rilento e così il 15 luglio a San Sebastiano si organizza una nuova protesta di massa e l’ingegner Masera, direttore dei lavori, garantisce l’apertura per il 30 settembre. L’ultima settimana di luglio giungono 50 militari, 5 ufficiali, 6 sottoufficiali comandati dal Tenente colonnello Pietro Paolo Cavallini. Il cantiere viene installato all’interno dell’azienda Cadauta, mentre i militari vengono ospitati presso l’ex scuola elementare di Cavagnolo. Nasce il più imponente ponte Bailey del dopo guerra: 192 metri di lunghezza, due carreggiate da 4 metri, 471 tonnellate di ferro. Il 22 settembre nel giubilo di tutti i cittadini della zona collinare una festa paesana organizzata dalle varie associazioni, una Banda musicale composta dai musicisti di tutti i paesi il Ponte Bailey viene inaugurato alla presenza dei sindaci, dei comitati, del prefetto Galati, del suo vice Forlani, dell’onorevole Vietti, dell’assessore regionale Cavallera, dall’assessore provinciale Campia, dalla neo presidente Bresso che dal palco tagliando una torta lunga oltre 7 metri promette la trasformazione in definitivo». I sindaci, negli anni successivi, sono stati sentinelle attente e solleciti affinché la Provincia mantenesse gli impegni e così il 5 maggio 2004 iniziava lo smantellamento del Bailey che veniva sostituito dall’attuale ponte composto da 5 campate da 53 metri per un totale di 265 ml. Ed una portata d’acqua di 5.000 metri cubi. Superiore alla piena del 2000, seconda alluvione vissuta dal nostro territorio. Il 9 febbraio 2006, giorno antecedente all’apertura delle Olimpiadi invernali il nuovo ponte veniva aperto al traffico.

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