TORRAZZA PIEMONTE

Il paese piange l'ex postino dal cuore grande

Con la scomparsa, all’età di 80 anni, di Leonardo Santoro, infatti, la comunità perde una persona che ha dedicato il suo tempo libero agli altri.

Il paese piange l'ex postino dal cuore grande
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Torrazza Piemonte perde un piccolo ma grande uomo che ha dedicato gran parte del suo tempo al mondo dell’associazionismo locale. Con la scomparsa, all’età di 80 anni, di Leonardo Santoro, infatti, la comunità perde una persona che ha fatto del volontariato la sua vita.

Il paese piange l'ex postino dal cuore grande

Torrazza Piemonte perde un piccolo ma grande uomo che ha dedicato gran parte del suo tempo al mondo dell’associazionismo locale. Con la scomparsa, all’età di 80 anni, di Leonardo Santoro, infatti, la comunità perde una persona che ha fatto del volontariato la sua vita.

Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro

Leonardo era originario di Campobasso. Era rimasto orfano di padre a 6 anni e da allora è sempre stato l’uomo di casa, lavorando già dall’età di 10 anni per aiutare in casa la mamma e la sorella che nel frattempo si erano trasferite a Torino. Qui comincia da ragazzino a scaricare le casse al mercato, impara in fretta il Torinese e, grazie alla sua intelligenza e abilità di parlare in dialetto, divenne il “front man” delle famiglie di giù. Chiamava per loro per farsi affittare le case o per fissare colloqui di lavoro aiutando così decine di famiglie ad avere un tetto sulla testa ed un lavoro. Neanche ventenne cominciò a lavorare per Poste Italiane come postino in bici. Da qui nacque una delle sue passioni, il ciclismo, tanto che a tutti e sei nipoti non ha mai fatto mancare una bici sulla quale andare in giro insieme, insegnandoci a pedalare. In Poste fece carriera in fretta e nel giro di 20 anni arrivò ad essere ispettore di uffici, ruolo che raramente ricopriva qualcuno di non diplomato. Venne nominato Cavaliere del lavoro sotto il mandato di Scalfaro per la sua carriera in Poste. Nel frattempo si sposò ed ebbe tre figlie, comprò la casa di Torino in contanti, facendo altri 2 o 3 lavori per volta (macellaio, magazziniere) pur di far restare sua moglie a casa a crescere le figlie. Per tutta la sua vita però oltre la famiglia, la sua più grande passione è sempre stata il calcio. Già suo padre era grande tifoso del Grande Torino e così lui, ha insegnato a giocare a calcio a generazioni intere, dagli Anni Sessanta alla generazione dell’ultimo nipote nato nel 2005. Ha allenato tante squadre anche con stemma granata, anche di dirigenti di Poste, per poi finire a ricoprire il ruolo di capo maschere allo Stadio delle Alpi, cosa che gli ha permesso di conoscere e farsi apprezzare dalla Torino “famosa”: Beretta, Lentini, Ferrante e tanti altri. Ma prima di esser un allenatore di calcio, era un giocatore. Infatti, quand’era giovane era anche stato chiamato per giocare in serie C ma lui aveva rifiutato perché le trasferte l’avrebbero tenuto troppo lontano da casa. Così continuò a giocare in serie D (l’attuale Lega Pro) perché la famiglia veniva prima di tutto.
Finita l’era di Torino, era il 2000 con la sua famiglia è arrivato a Torrazza. Qui Leonardo ha comprato la casa dei suoi sogni in contanti, quei risparmi di una vita ed ha cominciato a vivere la vita del paese. Ha aiutato a fondare l’associazione Vita Tre ed è stato uno dei primi nonni vigili, faceva volontariato come autista per portare gli anziani a fare visite, come cuoco durante le feste e come custode della palestra per le signore della ginnastica dolce. In parrocchia era sempre entusiasta e presente, durante i centri estivi sempre con un pallone tra i piedi e la voglia di giocare di un bambino appassionato.

Il ricordo

«Era un uomo positivo, spiritoso, sempre col sorriso e la battuta pronta, sempre con una barzelletta per chiunque incontrasse per strada – ricorda la nipote Vanessa – Nonno era straordinario nella sua ordinarietà di uomo semplice ma dal cuore grande che mai si è tirato indietro davanti ad una difficoltà o ad una richiesta di aiuto. I migliaia di messaggi che abbiamo ricevuto tutti noi in questi giorni sono solo la conferma di quanto nonno riuscisse a restare impresso nel cuore di ha avuto la fortuna d’averlo conosciuto. Era un uomo di quelli che vorremmo tenere con noi per sempre».
Una persona veramente speciale che ha lasciato un grande vuoto in questa comunità che si è stretta al dolore della moglie Graziella, delle figlie Antonietta, Rita e Deborah, dei generi Rocco, Walter e Nicola, degli amati nipoti Vanessa, Ilenia, Martina, Mattia, Nicolò e Jacopo.

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