Il Vercellese piange il falegname tifoso della Juve
Ezio Bobba, infatti, gli piaceva lavorare questo materiale anche quando dismetteva gli abiti da lavoro.

Il legno non era solamente il suo lavoro, ma la sua più grande passione. Ezio Bobba, infatti, gli piaceva lavorare questo materiale anche quando dismetteva gli abiti da lavoro.
Il Vercellese piange il falegname
Il legno non era solamente il suo lavoro, ma la sua più grande passione. Ezio Bobba, infatti, gli piaceva lavorare questo materiale anche quando dismetteva gli abiti da lavoro. E sono in tanti a ricordarselo proprio alle prese con il legno, sia nella sua attività di falegname che nel tempo libero. Ezio, infatti, sino al 2005 aveva lavorato nel mobilificio Carando. Effettuava traslochi, montava mobili e cucine. Un grande lavoratore, che amava quel lavoro che con gli anni però è venuto a mancare tant’è che ad un certo punto lavorava solamente più al mattino e il primo pomeriggio, come ricorda la figlia Katia: «Era la fine degli Anni Novanta. Lo ricordo bene perché all’epoca mia mamma gestiva il bar dell’oratorio di Casabianca e papà andava ad aiutarla. A lui piaceva molto stare in compagnia, al bar si trovava bene perché chiacchierava e si divertiva. Anche con i giovani. Mi ha fatto molto piacere vederli alle sue esequie».
Ezio è nato e cresciuto a Cigliano, tant’è che per individuarlo dicevano: “E’ Ezio Bobba, della famiglia dei Ribaglio”. Naturalmente veniva detto in piemontese perché, come tutti sanno, i Bobba in paese sono molti e dunque per distinguere i vari “rami” occorreva indicare il nome degli anziani.
Grande juventino
«Papà oltre a lavorare il legno nel tempo libero, amava molto il calcio e in particolar modo la sua Juventus – racconta ancora la figlia – Il suo cantante preferito era Vasco Rossi, e proprio per questo nel feretro abbiamo voluto mettergli un suo cd. E poi amava stare in compagnia, appunto con i giovani».
Un batterio l'ha vinto
«Quello che mi fa rabbia è che papà sia morto a soli 64 anni – dice Katia – aveva ancora tutta la vita davanti. Solo a dicembre scorso aveva ottenuto la pensione nonostante fosse da anni che non lavorasse. Ma a metà 2019 ha scoperto il tumore. Aveva un dolore all’anca, così l’ho accompagnato ad una visita. Una settimana dopo eravamo già in ematologia. Poi è stato positivo al Covid19, ma era riuscito a vincerlo. Pensavamo di riuscire a sconfiggere il male, ma venerdì 5 novembre si è sentito male. Mia mamma ha subito chiamato l’ambulanza che l’ha trasportato all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli dove lunedì 8 è entrato in coma. E’ poi deceduto mercoledì 10. La causa è stato un batterio che i medici non sono più riusciti a sconfiggere. Papà era molto conosciuto non solo a Cigliano, ma anche a Verolengo. Oltre ad aver aiutato mamma all’oratorio, per anni hanno vissuto tra Verolengo e Casabianca per esser vicini alla nonna».
Ezio amava molto il suo nipotino Edoardo che seguiva come un figlio.