Immobili di pregio sequestrati a Baldissero dopo una bancarotta fraudolenta

Immobili di pregio sequestrati a Baldissero dopo una bancarotta fraudolenta
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Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato  8 immobili di pregio a Baldissero Torinese, nella "collina bene".

Immobili di pregio sequestrati

Sono otto gli immobili di pregio sequestrati dagli uomini della Guardia di Finanza nel Comune di Baldissero Torinese, per un valore complessivo di circa 1,1 milioni di euro. Immobili che, secondo le ricostruzioni delle Fiamme gialle, sarebbero stati acquistati con il denaro distratto dalle casse societarie. In particolare, secondo le indagini, due amministratori di una società torinese operante nel settore del recupero e riciclaggio di rottami ferrosi, avrebbero distratto approfittando della situazione economica della società.

Le indagini

Secondo le risultanze della Guardia di Finanza torinese i due amministratori sarebbero responsabili di aver causato il fallimento della società, sottraendo e dissipando le risorse aziendali per un totale di circa 5,5 milioni di euro. Il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Torino ha emesso le custodie cautelari per i due amministratori della società dopo le risultanze delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria che è stata coordinata dal Procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal Pubblico Ministero Elisa Pazè.

I due amministratori ai domiciliari

Sono così finiti agli arresti domiciliari i due amministratori di un’azienda, una coppia di coniugi a cui è stata contestata la bancarotta fraudolenta aggravata, in quanto, a partire dal 2006, hanno occultato dai bilanci societari ingenti debiti, soprattutto tributari, fornendo così una falsa rappresentazione della situazione economico-finanziaria in danno ai creditori e ai finanziatori.

Gli accertamenti

Dagli accertamenti dei finanzieri, svolti sia sui conti correnti aziendali sia su quelli personali degli indagati, è emerso come lo stato di decozione, iniziato nel 2006, sia stato ulteriormente aggravato da una gestione spregiudicata delle risorse societarie da parte degli amministratori; questi, infatti, nel corso degli ultimi anni, con sistematicità e pervicacia, hanno dilapidato il patrimonio aziendale utilizzandone i fondi per il proprio godimento personale, distraendoli pertanto dalle finalità d’impresa al solo scopo di garantirsi un elevato tenore di vita.

Ciò avveniva mediante ingenti prelevamenti di contante dei quali non veniva lasciata traccia nelle scritture societarie, erogazioni di finanziamenti e il pagamento di elevati canoni dileasing su vetture di lusso in uso esclusivo agli amministratori

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