Impiegato dell'Asl aggredito da due uomini incappucciati a Chivasso

Il 50enne sostiene che si sia trattato di uno scambio di persona.

Impiegato dell'Asl aggredito da due uomini incappucciati a Chivasso
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Impiegato dell'Asl aggredito da due uomini incappucciati a Chivasso. L'uomo è residente a San Giusto Canavese e ha 50 anni.

Impiegato dell'Asl aggredito

La vittima sostiene la tesi dello «scambio di persona». La settimana scorsa, in via Corti a Chivasso, a poche decine di metri dalla caserma dei carabinieri e dalla sede della Croce Rossa, un uomo di San Giusto è stato brutalmente aggredito. Gli aggressori sono stati spietati nel colpire punti non vitali, ma «dolorosi». E questo non esclude che quella perpretata ad un  impiegato amministrativo cinquantenne possa anche essere stata una spedizione punitiva.

I malviventi erano incappucciati

Dopo aver superato l’incrocio con via Piave, dal lato di via Gerbido,  l’uomo è stato affiancato da una vettura su cui viaggiavano due uomini incappucciati. Dopo averlo «chiuso» contro alcune vetture in sosta, il passeggero sarebbe sceso in strada e senza nemmeno pronunciare una parola avrebbe iniziato a colpire il sangiustese con una spranga di ferro.
Colpi violentissimi al costato, ai gomiti, alle gambe e alle mani, una serie infinita di sprangate che non gli hanno mai nemmeno sfiorato il capo: volevano fargli male, e tanto, ma non ucciderlo.

Una prognosi di 30 giorni

Gli aggressori si sono quindi dati la fuga, senza rubargli il portafogli o il cellulare, circostanza che fa cadere l’ipotesi della rapina finita male. Le urla dell’impiegato hanno subito attirato l’attenzione dei residenti, che corsi in strada hanno poi allertato i soccorsi. Sul posto è subito intervenuta un’ambulanza della Croce Rossa di Chivasso, con a bordo l’équipe medica del 118, seguita da una pattuglia dei carabinieri coordinati dal Capitano Luca Giacolla. Una volta stabilizzato, l’impiegato è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, dove è stato ricoverato per tre giorni prima di essere dimesso con una prognosi di trenta giorni.

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