Un incendio doloso ha distrutto il lavoro di una famiglia, la raccolta fondi
«Per ripartire adesso abbiamo bisogno di aiuto»

Era il 13 ottobre 2023 quando a Rondissone, presso il centro demolizione Di Monte, si verificò un drammatico incendio. Le fiamme, che divampavano in via Carpi, erano visibili a chilometri di distanza. Solo il tempestivo intervento delle squadre dei vigili del fuoco di Torino Stura, dei volontari di Chivasso e Nole, e dell’autobotte di Volpiano riuscì a scongiurare il peggio, dopo molte ore di lavoro. L’incendio rappresentava una grave minaccia, poiché alcune delle vetture presenti contenevano gasolio, benzina, gomme e altri materiali altamente infiammabili.
Un incendio doloso ha distrutto il lavoro di una famiglia
Da quel giorno, la vita della famiglia Di Monte è cambiata radicalmente. Per Samuel e Morena oltre che per il papà di Samuel, proprietari del centro demolizione, quell’attività rappresentava l’unica fonte di reddito. Tuttavia, nonostante le avversità, non si sono mai arresi.
«Dopo l’incendio doloso non è stato facile – racconta Morena – Mio suocero era entrato in società nel 2019 con i precedenti proprietari, e nel 2022 avevamo rilevato l’attività con lui. Stavamo lavorando bene, soprattutto con clienti della Valle d’Aosta e della Liguria. Poi è arrivato l’incendio, che ha devastato un’intera area del centro. Ha spento tutti i nostri sogni. Da allora, insieme alla proprietà, dato che in via Carpi siamo in affitto, abbiamo avviato tutte le procedure necessarie per ripartire. Sono stati effettuati controlli da professionisti, bonifiche per rimuovere i mezzi incendiati, le gomme e tutte le parti bruciate, compresi i vetri. Solo così, qualche giorno fa, siamo riusciti a riottenere l’agibilità dei locali. Ma la strada è ancora lunga, perché abbiamo perso tutto, tutto ciò che era necessario per lavorare».
Le difficoltà
Ripartire, come spiega Morena, non è semplice: «Non basta schioccare le dita per rimettersi in piedi e guadagnare quel minimo indispensabile per mantenere la famiglia. Poco prima del rogo, avevamo accesso un mutuo per la casa per noi e i nostri quattro figli, il più grande ha 11 anni, il più piccolo 4. In questi mesi, le nostre famiglie ci hanno aiutato. Mio marito e mio suocero si sono arrangiati, ma è dura, soprattutto perché le spese, come l’affitto, le abbiamo sempre pagate».
Sull’origine di quel terribile incendio doloso, però, non ci sono ancora risposte: «Le indagini sono in corso presso la Procura di Ivrea, ma non abbiamo avuto alcuna notizia. Nulla di nulla».
La raccolta fondi
Ora, a pochi giorni dal recupero dell’agibilità, la famiglia Di Monte deve affrontare un nuovo ostacolo: la mancanza di mezzi per lavorare. «Per ripartire ci serve un mezzo, ma costa davvero molto – spiega Morena – In una notte siamo passati da 100 a 0. L’unico mezzo che si è salvato è stata una piccola bisarca da quattro auto, perché quella notte era dal meccanico. Tutto il resto è andato perso. Ora, senza una bisarca, dobbiamo valutare attentamente se accettare un incarico, perché il trasporto delle auto da un luogo a Rondissone richiede il supporto di un carrista esterno, che chiede cifre molto alte. In certi casi, il guadagno del lavoro si azzera».
Per questo motivo, la famiglia ha deciso di fare appello al buon cuore delle persone, avviando una campagna di raccolta fondi attraverso Satispay. «Anche un piccolo aiuto, di solo 1 euro, per noi può fare la differenza. Ci permetterebbe di acquistare il mezzo necessario per ripartire in autonomia. Solo così potremo tornare a essere indipendenti e portare avanti la nostra attività come abbiamo sempre fatto, pagando affitti e tasse».
Un piccolo gesto di solidarietà potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova speranza per la famiglia Di Monte, determinata a rialzarsi e a ricostruire ciò che è stato distrutto in una notte.